La Guardia medica ignora i dati del paziente: ecco le soluzioni digitali al problema

Al medico di Guardia medica è precluso infatti qualsiasi accesso alla scheda informatizzata ambulatoriale del paziente

mercoledì 02 maggio 2018

Agenda Digitale - Paolo Misericordia

Sarà probabilmente capitato anche a chi legge di avere avuto la necessità di consultare la Guardia Medica, il servizio di Continuità Assistenziale (C.A.) che, nei giorni festivi e negli orari notturni, garantisce la presenza di un medico sul territorio. Sarà anche successo di doversi rivolgere al proprio medico di famiglia, cercandolo in un giorno in cui era assente e di trovare quindi un suo sostituto.

Guardia medica senza continuità informativa sul paziente
Le differenze che saranno più evidentemente emerse tra queste due situazioni, che garantiscono entrambe la continuità delle cure primarie, è che nel primo caso il medico “di guardia” non conosce assolutamente niente sul paziente che sta visitando; invece il medico sostituto ha quasi sempre la possibilità di accedere al database ambulatoriale del medico di famiglia (o del pediatra di libera scelta), per poter consultare le patologie presenti e pregresse del paziente, la terapia in atto e le precedenti prescrizioni, le allergie, gli esami richiesti e, se il medico titolare ha la costanza di riportarli nel suo gestionale, anche i relativi risultati; riesce, cioè, ad avere, attraverso questi dati, le migliori consapevolezze della situazione clinica per poter fornire i consigli e le soluzioni più adeguate al caso.

La connessione al database è facilitata, chiaramente, dal fatto che il medico sostituto spesso opera nella stessa sede fisica dove normalmente lavora il medico titolare. Nel caso delle medicine di gruppo, ad esempio, si tratta, normalmente, di un collega dello stesso gruppo; nelle medicine “di rete”, è collegato con sistemi informatici di allineamento, sincroni o asincroni, al DB del medico titolare.

Al medico che lavora in Continuità Assistenziale (questa è la corretta dizione del servizio, … a fronte del fatto che non dispone, appunto, di alcuna continuità informativa) è precluso strutturalmente qualsiasi accesso alla scheda informatizzata ambulatoriale del paziente. Certamente il medico di C.A. lavora su postazioni logisticamente distanti dallo studio del medico di famiglia, ma non dovrebbe essere questa una limitazione invalicabile nel 2018, perché possa andare a colmarsi questo significativo gap organizzativo.

Sarebbe inoltre importante, come per altri sistemi che lavorano reciprocamente informati, che dell’intervento della C.A. avvenuto alcune ore prima, venga messo a conoscenza il medico titolare della scelta del paziente. In realtà è prevista la compilazione di un documento cartaceo da parte del medico di C.A., dove vengono riportati i motivi e gli esiti dell’intervento, che il paziente dovrebbe esibire al proprio medico. Accade, di fatto raramente, che questa documentazione venga recapitata con tempestività, impedendo quindi il determinarsi di quelle sinergie operative utili ad affrontare compiutamente queste situazioni.

Una ulteriore importante distorsione provocata da questi sistemi “informativamente disconnessi” è quella di precludere al medico di C.A. qualsiasi feedback assistenziale sul proprio operato. In altri termini questo medico non è mai in grado di conoscere le successive evoluzioni cliniche del caso trattato, non avendo così fondamentali elementi per valutare la congruità del proprio intervento professionale.

Se questo è il quadro attuale della continuità dell’assistenza medica sul territorio, esistono oramai soluzioni tecnologiche ed organizzative che possono aiutare ad affrontare efficacemente questi problemi.

Le soluzioni per la continuità informativa in guardia medica
Certamente utilizzare l’email per realizzare un flusso dati tra i diversi professionisti coinvolti, non rappresenta una strategia praticabile: la fragilità delle sicurezze, in questo caso, è tale da rendere del tutto sconsigliabile l’uso di questo mezzo per condividere dati sensibili.

I Fascicoli Sanitari regionali, potrebbero in qualche modo aiutare; è bene sapere comunque che si tratta di sistemi che non vanno confusi con una cartella clinica dove poter condividere ipotesi diagnostiche e strategie assistenziali; e comunque la loro marginale diffusione sul territorio nazionale non consente di considerarli, al momento, una valida alternativa.

La soluzione più adeguata è quella di permettere un accesso online, chiaramente protetto, alla scheda sanitaria del paziente gestita dal MMG (proprio come avviene per il medico sostituto) nella quale il medico di C.A. è in grado di ritrovare, in tempo reale, i fondamentali dati anamnestici, di riportare le sue conclusioni, ma anche di ritrovare a distanza di qualche giorno le informazioni sulle evoluzioni cliniche del caso.

Il medico titolare della scelta è subito informato sull’accesso ad un record assistenziale di un proprio assistito da parte di un altro medico (questo dato, può transitare anche per email o sms, non riportando i nominativi di alcuno), e ritrova, appena accede nella sua cartella, gli esiti dell’intervento avvenuto.

Esistono già soluzioni tecnologiche che rendono possibili tali percorsi.

Il cloud di NETMEDICA ITALIA in particolare, in grado di aggregare online su un unico DB standardizzato, i dati estratti dai diversi gestionali ambulatoriali dei MMG, offre le possibilità sopra descritte.

In questo sistema il MMG sceglie di condividere con i medici di C.A. della postazione di riferimento le schede sanitarie dei propri assistiti. Il medico di C.A., in occasione del contatto con un paziente, dopo avere ottenuto dallo stesso le autorizzazione per procedere, accede online al suo record assistenziale, consulta i dati presenti, inserisce le sue prescrizioni e conclusioni professionali. L’accesso viene notificato in tempo reale (email/sms) al medico titolare che, consultando la piattaforma, verifica quale paziente ha avuto esigenze di tipo sanitario in sua assenza, quale intervento è stato effettuato e da quale professionista.

Tutto quanto è garantito da un sistema dotato di crittografia “forte”, asimmetrica all’origine, le cui chiavi di decifratura sono nella esclusiva disponibilità di ciascun medico, ed il cui algoritmo è detenuto da una Università, quale ente terzo.

In questo sistema i medici utenti devono registrarsi sulla piattaforma e possono accedervi tramite specifiche credenziali. La piattaforma traccia stabilmente sui file di log, le attività eseguite ed i rispettivi protagonisti.

Vengono offerte al paziente le tutele previste dal Codice per la Privacy, in riferimento alla possibilità di ottenere l’oscuramento di alcuni dati presenti, in modalità da consentire anche l’oscuramento dell’oscuramento.

La logica che sostiene l’opportunità di procedere alla condivisione dei dati clinici, non solo tra medici di assistenza primaria coinvolti nello stesso gruppo, aggregazione, rete (o nelle altre modalità associative previste dai diversi contratti regionali della MG), ma anche tra questi e i medici di C.A., è quella di considerare, appunto, tale Servizio una vera e propria CONTINUITÀ dell’ASSISTENZA nelle Cure Primarie, che non deve essere tagliata fuori dalle continuità informative che possono e devono essere garantite.

Certo è che, come molte altre modalità di condivisione informativa su dati di salute nel territorio (vedi, ad esempio, il patient summary per il FSE), anche questa non va intesa come strumento certificativo dello stato sanitario del paziente. Si tratta di sistemi che aiutano il medico ad inquadrare meglio e più rapidamente le condizioni di salute del paziente, nel rispetto e dovere del professionista di eseguire una corretta indagine anamnestica e di effettuare gli accertamenti che riterrà, anche deontologicamente, più opportuni.

Questo strumento viene, ad oggi, utilizzato in diverse zone del Paese, su iniziative sostenute dalle locali Aziende Sanitarie, con evidente soddisfazione dei pazienti e dei medici coinvolti.