I medici di famiglia confermano lo sciopero e respingono ogni tipo di intimidazione!

Il Presidente Vendola bene avrebbe fatto a convocare i rappresentanti sindacali per ascoltare le loro posizioni

martedì 19 febbraio 2013

 

Piuttosto che scrivere inutili lettere sulle modalità di protesta dei medici di famiglia tentando di impedire che tale protesta sia messa in atto, il Presidente Vendola bene avrebbe fatto a convocare i rappresentanti sindacali per ascoltare le loro posizioni e comprendere le ragioni della protesta.

Manipolare la realtà é un esercizio molto frequente in questi tempi e le affermazioni dell'Assessore Attolini appaiono uno sterile esercizio teso a nascondere i gravi problemi che affliggono il nostro Servizio Sanitario Regionale e le cure territoriali, in particolare.

Se poi alle proteste si aggiunge anche il tentativo di mettere il bavaglio ai rappresentanti sindacali, impedendo lo svolgimento del loro compito, costituzionalmente tutelato, come forma di ritorsione contro le proteste crescenti della categoria, allora non resta altro che chiedere al Presidente Vendola se intende continuare ad aver fiducia di tali amministratori.

Ed i problemi sono tanti!

A cominciare dalle liste di attesa. Sono tantissimi i cittadini che dichiarano di essere costretti a rivolgersi al privato per ottenere una prestazione in tempi adeguati in ragione della propria condizione o patologia. Tantissimi i cittadini che denunciano tempi di attesa che superano i trenta giorni ed alcuni addirittura l'anno! Purtroppo tale situazione si sta estendendo sempre più anche ai malati neoplastici, con elevati livelli di disequità che interessano in maniera maggiore le classi sociali più deboli!

L'assistenza domiciliare è ai minimi storici: la Regione è tra le ultime nel garantire ai cittadini l'assistenza domiciliare integrata. La conseguenza è che i cittadini sono costretti a pagarsi le prestazioni infermieristiche!

L'assistenza specialistica domiciliare è pratica inesistente, e i cittadini, spesso anziani e disabili, devono rinunciare a questo tipo di assistenza o pagarsi le prestazioni specialistiche!

L'assistenza agli immigrati e agli extracomunitari garantita da una legge regionale, vanto del Governo Vendola, è nei fatti non applicata, con gravi conseguenze per la salute pubblica.

Si spendono milioni di euro, progetto Nardino, per sperimentare nuovi modelli di gestione delle malattie croniche, assumendo solo 36 infermieri, mentre con le stesse risorse sarebbero stati assunti dai medici di famiglia centinaia di infermieri per garantire l'assistenza domiciliare e quella infermieristica, con un netto risparmio per le famiglie!

I medici di famiglia dicono basta a questo tipo di politica!

Basta alla imperante burocrazia e a sistemi informatici che invece di migliorare l'attività e l'assistenza producono solo disservizi!

Basta  alle  promesse non mantenute di potenziare l'assistenza territoriale smentite nei fatti dalla mancanza di personale e di servizi assistenziali.

I medici di famiglia hanno bisogno di collaboratori di studio e infermieri.

Hanno bisogno di luoghi dove poter organizzare l'assistenza per tutte le 24 ore. Hanno la necessità di avviare nuove forme di assistenza utilizzando la piccola diagnostica come la telecardiologia e la ecografia generalistica.

Hanno bisogno di un Governo credibile!

Per questo confermano lo sciopero informatico che considerano assolutamente legittimo e respingono con forza il tentativo di intimidire da parte della Regione Puglia i medici,  in una terra di grandi lotte sindacali, minacciando licenziamenti o sanzioni varie.

I medici pugliesi non si piegheranno alle minacce degli amministratori e continueranno, come fece Peppino Divittorio, a protestare e a esprime tutto il proprio sdegno per chi in questa regione tenta di calpestare i diritti dei cittadini pugliesi.

Bari, 19 febbraio 2013




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