Lettera aperta al Presidente Vendola, all’Assessore Attolini e ai Parlamentari pugliesi.

La nuova formulazione dell’art. 1 del Decreto Balduzzi sta suscitando forti reazioni negative nel mondo medico

mercoledì 10 ottobre 2012

Lettera aperta al Presidente Vendola, all’Assessore Attolini e ai Parlamentari pugliesi. La nuova formulazione dell’art. 1 del Decreto Balduzzi sta suscitando forti reazioni negative nel mondo medico per l’inserimento di norme che nel modificare radicalmente l’assistenza territoriale negherebbero ai medici la partecipazione per la definizione del nuovo modello assistenziale e introdurrebbero nuovi compiti e funzioni che si addicono più al personale dipendente che a liberi professionisti convenzionati con lo Stato, come sono i medici di famiglia. “Se il testo della riscrittura da parte del Governo dell’art.1 del Decreto sanità, concernente le cure territoriali, fosse quello diffuso dal Sole 24 Ore Sanità on line saremmo di fronte al superamento di garanzie fondamentali poste dalla Costituzione a presidio della libertà individuale e collettiva in Italia. Diverrebbe inevitabile la reazione più dura della categoria e ci auguriamo di tutti quelli che non confondono i doveri coi diritti”, hanno dichiarato i segretari nazionali di FIMMG, FIMP e SUMAI, rispettivamente Giacomo Milillo, Giuseppe Mele, Roberto Lala. Il nuovo testo introduce oltre ai principi che dovrebbero ispirare la nuova riorganizzazione delle cure territoriali anche la delega al Governo a modificare l’ACN – l’accordo di lavoro dei medici convenzionati – superando così il momento della concertazione e della condivisione per utilizzare quello della imposizione attraverso l’uso del Decreto Legge. Un tentativo pericoloso, teso a bloccare la contrattazione e le trattative, favorendo di fatto il ricorso al decreto legge per ridisegnare i compiti e le funzioni dei medici sulla base delle esigenze delle singole regioni. Verrebbe, così, negata una prerogativa negoziale garantita dalla Costituzione. Infatti, i contratti di lavoro per il personale convenzionato, come i medici di famiglia, i pediatri di libera scelta e gli specialisti convenzionati, sono atti di diritto privato che definiscono a fronte di prestazioni mediche previste dalle convenzioni nazionali o regionali il relativo compenso. Di fatto si sta tentando di bloccare lo sviluppo delle cure territoriali, negando nei fatti la partecipazione ai medici. Ci aspettiamo, così come ha dichiarato oggi l'Assessore regionale alla Salute Attolini nell'incontro con la Fimmg Puglia, che la regione Puglia proponga a livello nazionale il suo modello di assistenza territoriale. Infatti, nella nostra Regione l’80% dei medici opera già in forma associativa garantendo almeno 8 ore di apertura degli studi medici sia in sede unica che in maniera coordinata (medicina in rete). Attualmente sono circa 2.500 i collaboratori di studio e 1.000 infermieri che operano insieme ai medici di famiglia. L'Assessore ha poi preso impegno a sostenere sui tavoli politici e tecnici nazionali la difesa delle prerogative contrattuali in capo alle regioni e alle organizzazioni sindacali non essendo condivisibile l'ipotesi di intervenire con decreto legge nella contrattazione nazionale e regionale. La mancanza di risorse e una diversa organizzazione dell’assistenza territoriale metterebbe in crisi il nostro modello di assistenza pugliese con gravi conseguenze sulla tutela del diritto alla salute da parte dei cittadini. Infatti, l’attività di prevenzione avviata nella nostra Regione grazie agli accordi regionali vigenti ha determinato, per esempio, una riduzione significativa del numero di soggetti con elevato rischio cardiovascolare, con riduzione del numero di infarti e ictus. Un dato ancora inedito che sarà reso pubblico in tutti i suoi aspetti, a giorni, dall’Osservatorio Epidemiologico Regionale. Non ultimo il servizio 118 che grazie all'abnegazione dei suoi operatori riesce a garantire nella nostra Regione un livello eccellente di assistenza nei casi di emergenza, avendo anche ottenuto il plauso e il riconoscimento da parte dell'Assessore Attolini per l'attuale livello organizzativo. Alla vigilia delle elezioni politiche i medici di famiglia pugliesi non possono non considerare rilevante l’impegno di tutti coloro che si schiereranno a difesa dei diritti costituzionalmente tutelati come la partecipazione democratica dei lavoratori, il diritto alla concertazione e la libertà di attività sindacale. Rinnoviamo al Presidente Vendola, all'Assessore Attolini e ai Parlamentari pugliesi la nostra totale disponibilità ad individuare soluzioni condivise per avviare una stagione di riforme che migliorino il nostro modello sanitario pugliese nel solco di quanto già avviato nella nostra Regione. I medici scenderanno in piazza per difendere il Servizio Sanitario Nazionale, manifestando a Roma il 27 ottobre p.v. dal tentativo di smantellare il sistema regalandolo alle società private. Bari, 10 ottobre 2012