Decreto appropriatezza, Regioni in campo contro la norma

Zaia e Telesca: non vantaggi alle casse dello Stato ma solo incomprensioni tra medici e pazienti

giovedì 04 febbraio 2016

Dott-Net 

"Una norma che invito il Ministro della Salute a sospendere e a rivedere al più presto, prima che i danni si estendano ai cittadini e ai medici, istituendo un Tavolo tra Governo, Regioni, e Organizzazioni rappresentative di tutti i medici, sia ospedalieri che territoriali". Lo chiede il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, a pochi giorni dall'entrata in vigore del provvedimento governativo che, di fatto, 'taglia' 203 prestazioni sanitarie di assistenza ambulatoriale, rendendole a pagamento.

In questo senso, Zaia ha ricevuto anche una lettera da parte del sindacato dei medici Snami. "Il testo - aggiunge il governatore - presenta numerose incongruenze che, come Regione Veneto, abbiamo ripetutamente segnalato durante tutto l'iter del provvedimento, ripetutamente chiedendone la non applicazione o, quanto meno, una rivalutazione che tenesse conto delle necessità dei pazienti e delle professionalità dei medici prescrittori". "Quanto all'appropriatezza che ne dovrebbe derivare e ai relativi risparmi - conclude - secondo i calcoli fatti dai nostri tecnici i risultati attesi non verrebbero assolutamente raggiunti".

 "In sanità le riforme sono necessarie nell'interesse dei cittadini per accrescere l'efficienza del sistema. Tuttavia appare inadeguato perseguire l'appropriatezza a suon di norme e decreti, perché in questo modo si rischia di sconfinare nel concetto di tagli". Lo ha detto a Trieste l'assessore regionale alla Salute, Maria Sandra Telesca: "Perché si possa parlare di appropriatezza e non di tagli - ha proseguito Telesca - ogni scelta va fatta assieme ai professionisti della salute, che vanno coinvolti nella ricerca di un sistema più efficiente e sostenibile.

E' fondamentale che sia il medico a decidere se occorre fare un determinato esame, non un decreto", ha aggiunto. Per Telesca "comprendersi tra di noi è fondamentale per trasmettere il messaggio giusto a tutte le persone che con ansia vivono quanto riguarda il tema sanità. Nel contesto di una riforma sanitaria che sta imponendo un cambiamento organizzativo perché è cambiata la società, e che finalmente mette al centro dell'attenzione non più la malattia ma l'ammalato e i suoi familiari, con le loro esigenze - ha concluso - è centrale la figura dell'infermiere, che sempre ha avuto questa sensibilità e ha un ruolo importante nel veicolare messaggi clinici a volte complicati".