Pensioni, per il fondo salvabanche il Governo bussa alle casse pensioni dei professionisti

Il Governo tenta di attingere alle casse previdenziali delle libere professioni

venerdì 29 aprile 2016

Doctor 33

Un filo rosso lega il destino dei medici e delle loro pensioni al salvataggio dei futuri casi Banca Etruria & co; per evitare altri bail- in che compromettano i depositi dei risparmiatori lo stato ha creato il Fondo salva-banche soprannominato Atlante come il gigante che regge il mondo sulle spalle. Il gigante in questione interviene -lo ha appena fatto con la società di gestione Quaestio Capital Management autorizzata ad acquistare una partecipazione del 50% della Popolare di Vicenza - aumentando il capitale di banche in difficoltà e/o acquistandone crediti deteriorati: un fondo quindi votato ad investimenti anche rischiosi ma compartecipato da banche ed assicurazioni di grande spessore e in certi casi con quote di varie centinaia di milioni. Fino a ieri, giorno di chiusura delle sottoscrizioni, erano stati abbondantemente superati i 4 miliardi di euro necessari a partire, di cui un decimo investiti dalla Cassa Depositi e Prestiti, con partecipazioni da Unicredit, Intesa, Cariplo.

 In realtà si mira a un fondo da 5-6 miliardi. Per accrescere la cordata, il governo fino all'ultimo ha provato a coinvolgere le casse di previdenza privata che di solito investono in titoli più prudenti per salvaguardare i contribuenti che un giorno ne avranno l'assegno pensionistico; ha contattato cassa ingegneri e architetti Inarcassa, commercialisti e ragionieri, ricevendo a quanto pare risposte risultate interlocutorie fino all'ultimo. «La somma dei patrimoni della casse privatizzate - commenta Marco Perelli Ercolini esperto di temi di previdenza e di gestioni pensionistiche - ammonta a oltre 75 miliardi di euro che sarebbero utili puntelli per sostenere Atlante, le Casse di previdenza hanno come "imperativo categorico" quello di effettuare investimenti «prudenti» mentre per i salvataggi di banche in difficoltà non si nasconde la "rischiosità"; l'interrogativo successivo è: davvero è una necessità che in tempi difficili cambino i criteri con cui vengono investiti i grandi patrimoni degli enti previdenziali?». 

Mauro Miserendino