VENETO: Fimmg Ricetta dematerializzata,e' una finta rivoluzione bufala del nostro paese

Una sola finalità: controllare la spesa sanitaria e fare verifiche fiscali sui cittadini».

giovedì 24 luglio 2014

L'Arena 22 Luglio 2014 «È una finta rivoluzione, portata avanti nel più completo silenzio che ha una sola finalità: controllare la spesa sanitaria e fare verifiche fiscali sui cittadini».

Lorenzo Adami, segretario provinciale della Fimmg (principale sindacato dei medici di medicina generale) non ricorre alla diplomazia per commentare il pensionamento della ricetta rossa per la prescrizione dei farmaci.
«Ma come si può parlare di dematerializzazione della ricetta», attacca, «visto che noi medici dovremo continuare a compilare, stampare e consegnare ai nostri assistiti un promemoria che oltretutto non siamo tenuti a firmare? E sapete perchè dobbiamo comunque consegnare un pezzo di carta? Perchè quel genio che ha inventato questo sistema si è dimenticato che un foglio sul quale incollare le fustelle dei medicinali ci vuole comunque. Fossi nel premier Renzi lo licenzierei in tronco. Insomma, siamo di fronte a una bufala tipica di questo nostro Paese, concepita non dal ministero della Sanità, ma da quello delle Finanze, perchè gli obiettivi di questo progetto sono tutto fuorchè sanitari».

Aggiunge Adami: «Il progetto della scomparsa della ricetta rossa è stato calato dall'alto dal ministero delle Finanze sul Servizio sanitario nazionale, gli operatori e i cittadini e coperto da omertà totale relativamente alla sua finalità, che non è stata comunicata nè a noi medici nè ai nostri assistiti. Più che ricetta dematerializzata la chiamerei ricetta controllata, perchè lo scopo è di mero controllo economico della spesa sanitaria e fiscale del cittadino, per verificare ad esempio se dichiara di essere esente dal ticket pur avendo un reddito superiore al tetto».

«Siamo di fronte a un grande progetto di innovazione tecnologica», conclude Adami, «che potrebbe avere ottime conseguenze sull'assistenza, ma che partendo da questa doppia ambiguità rischia di naufragare. Intendiamoci, non è sbagliato che un Servizio sanitario in difficoltà cerchi e trovi gli strumenti per controllare la spesa, ma se è questo l'unico scopo bisognava intervenire sul serio».

Il segretario della Fimmg solleva poi perplessità relativamente alla privacy degli assistiti. «I dati del paziente», spiega, «dal mio computer viaggiano verso l'Ulss, da dove vengono inoltrati al Sar, servizio accoglienza regionale, e da là al Sac, servizio accoglienza centrale a Roma. Il garante della privacy, nel suo recente dossier, ha messo in guardia dalle falle nel sistema che gestisce le telecomunicazioni: e se informazioni private finissero nelle mani sbagliate? I cittadini, poi, hanno autorizzato la gestione dei loro dati sensibili?».