La cessione del quinto della pensione ENPAM

La rata, il contratto, i limiti.

venerdì 07 luglio 2017

DOCTORSITE.IT

Su richiesta dei nostri lettori, completiamo in questa sede le informazioni relative al finanziamento dietro cessione del quinto della pensione Enpam, una delle modalità più rapide e sicure per i pensionati della Fondazione (in primis gli ex medici di famiglia che godono dei trattamenti previdenziali più sostanziosi) per reperire liquidità al fine di soddisfare le più diverse esigenze economiche. Abbiamo già detto che per dare il via all’operazione occorre chiedere all’Ente la cosiddetta quota cedibile, cioè l’importo massimo che può essere trattenuto dalla pensione per estinguere il prestito con la finanziaria che lo ha erogato.

Come si calcola la rata. Poiché il pensionato può cedere fino ad un quinto del proprio trattamento pensionistico, la misura della rata dipende dall’importo della pensione stessa.

L’importo cedibile è calcolato al netto delle trattenute fiscali e previdenziali, e non può in alcun modo intaccare l’importo del trattamento minimo Inps, fissato annualmente dalla legge ed attualmente pari a circa € 544,00 mensili (rapportato a dodici mensilità, dato che l’Enpam non eroga la tredicesima).

Per questo motivo, i trattamenti pensionistici integrati al minimo (cioè fino all’importo di € 544,00 mensili) non possono essere oggetto di cessione. Nel caso si sia titolari di più pensioni cedibili (ad esempio del Fondo di previdenza generale e del Fondo dei medici di medicina generale) il calcolo si effettua sull’importo totale delle pensioni percepite.

Come stipulare il contratto di finanziamento. Ottenuta la certificazione di quota cedibile, il pensionato che vuole sottoscrivere un contratto di finanziamento tramite cessione del quinto può rivolgersi ad una banca o ad un intermediario finanziario in possesso dei requisiti stabiliti dal Testo Unico Bancario, consegnando anche la specifica ulteriore documentazione richiesta (documento di riconoscimento e codice fiscale).

La Banca o l’intermediario notifica il contratto di finanziamento all’Ente previdenziale di appartenenza (Enpam o Inps), il quale, una volta dato il proprio benestare all’operazione, consente l’effettiva erogazione del prestito da parte della Banca ed inizia a trattenere dalla pensione la somma pattuita per la restituzione del prestito.

I limiti. Non è sempre possibile cedere a terzi la propria pensione. Sia nel settore privato, sia in quello pubblico, vi sono dei limiti specifici. In particolare, non si può contrarre una nuova cessione prima che siano trascorsi almeno due anni dall’inizio di una precedente cessione di durata quinquennale o almeno quattro anni in caso di durata decennale. In ogni caso, prima della nuova cessione, va estinta quella precedente con il saldo integrale del debito residuo.

In pratica accade piuttosto spesso che, trascorsi 4 anni dalla cessione, il debitore si rivolga ad una nuova finanziaria, che erogherà un nuovo prestito; di questo, una parte servirà ad estinguere la precedente cessione, e la quota residua resterà a disposizione del pensionato per le sue nuove esigenze.

Controlli della Fondazione. L’Enpam è obbligato ad effettuare la cessione del quinto che gli venga regolarmente notificata: darà quindi esecuzione al contratto inserendo la trattenuta mensile sulla pensione ed invierà quindi il cosiddetto atto di benestare all’Istituto Finanziario.

Prima di poter dare esecuzione al contratto di cessione, che dovrà essere notificato agli Uffici della Fondazione nelle forme di legge (raccomandata con avviso di ricevimento o tramite PEC), l’Ufficio deve verificare la presenza di alcune condizioni poste a tutela del pensionato; qualora esse difettino, non verrà data esecuzione al contratto.