Ddl responsabilità professionale, possibile stop a benefici per i medici

Con la nuova legge le aziende sanitarie ci rimetterebbero economicamente

mercoledì 20 aprile 2016

Doctor33

I ragionieri del Senato lanciano l'allarme: il disegno di legge Gelli che, approvato alla Camera, ridisegna la responsabilità medica, ha una falla. Per come vi è disciplinata, l'azione di rivalsa rischia di costare di più allo stato e di innescare contenziosi inutili. In realtà la nuova legge non dovrebbe costare una lira in più al servizio sanitario pubblico ma anzi dovrebbe ridurne gli oneri, ad esempio perché i medici rassicurati dalle nuove norme prescriverebbero meno esami in eccesso, volti a prevenire i contenziosi. Ma all'articolo 9 il servizio Bilancio del Senato vede problemi. Il più grave? Il legislatore ha messo molti limiti alla rivalsa delle aziende. Ora è ammessa solo per dolo o colpa grave del medico, non alla Corte dei Conti ma al giudice ordinario, per responsabilità extracontrattuale, prescrivibile a 5 anni; gli elementi dei processi intentati all'ospedale non potranno essere usati nel processo al medico se quest'ultimo non era parte nel giudizio contro l'azienda; infine il medico condannato non dovrà risarcire oltre le 3 annualità lorde del suo stipendio. Per l'ufficio del Senato, "le limitazioni appena elencate sembrerebbero suscettibili di determinare possibili riflessi negativi sulla finanza pubblica, sia in termini di attribuzione di responsabilità (sul "se" della rivalsa) che di ammontare (quantum richiesto all'operatore sanitario)".

Dunque "secondo principi di prudenza contabile, l'articolo andrebbe ritenuto potenzialmente oneroso". «E' improbabile che si preveda una copertura. A questo punto per evitare differenze alte tra il risarcimento versato dall'azienda e quello versato dai medici, il legislatore potrebbe essere tentato di far saltare il tetto di tre annualità che fin qui nel testo tutela noi medici dal pagare importi esorbitanti», commenta Carmine Gigli, presidente di Fesmed (Federazione sindacale medici dirigenti). «Premetto, anche tre anni di stipendio non è poco: come ha già spiegato l'Intersindacale in un documento la colpa grave del magistrato ha un tetto di mezza annualità. Di conseguenza un massimale che oggi per un primario sta benissimo dentro i 500 mila euro - con premio che varia in base alla sinistrosità della specialità interessata - lievita e i medici saranno tutti costretti ad assicurarsi per cifre maggiori a quelle preventivate». I tecnici del Senato evidenziano poi il problema del collegio giudicante. Fin qui se l'azienda risarciva un danno e poi citava il medico per rivalsa era probabile che quest'ultimo finisse alla corte dei conti. «Ora il giudizio davanti al magistrato contabile è escluso», spiega Gigli. «Ma finire dal giudice ordinario non è un vantaggio. Si rischia di annullare quanto c'è di buono nel testo quando attribuisce ai sanitari Ssn la responsabilità extracontrattuale, il risarcimento solo per dolo o colpa grave, la prescrizione a 5 anni dell'azione civile».

I tecnici del senato contestano al legislatore che i medici anche in caso di colpa lieve potrebbero finire dal giudice ordinario se l'azienda ospedaliera, una volta risarcito il danno al paziente, si rivalesse sul direttore generale e/o sul direttore sanitario. Quest'ultimo, chiamato a rispondere di danno erariale alla Corte dei conti, per non dover risarcire a sua volta, potrebbe chiamare in causa il medico, citandolo dal giudice ordinario. A quel punto, il testo della legge non distingue il grado di colpa, lo fa il giudice ma magari dopo più livelli di contenziosi. Risultato: i medici "spaventati" tornano a prescrivere esami "difensivi". Ma c'è un altro problema, i "benefit" della responsabilità extracontrattuale saltano. «Nel Ddl Gelli la nostra responsabilità si prescrive a 5 anni, e la responsabilità dell'azienda si prescrive a 10 anni. Se un paziente si accorge di un danno dopo 7 anni, e fa denuncia, l'azienda che lo risarcisce poi fa azione di rivalsa sul medico. Che mentre in Corte dei Conti trovava un giudice teso ad accertare il danno amministrativo in caso di colpa grave, sul territorio potrebbe trovare un magistrato più attento a ricostruire l'aspetto sociale, ed emotivo, in un contesto dove alla fine non è impossibile vedersi condannare pure per una colpa grave che all'inizio non si ipotizzava! Ora -conclude Gigli- pagare 3 anni di uno stipendio bloccato da dieci è un colpo al patrimonio di una famiglia. Ma se si dovesse pure togliere dal testo il tetto delle tre annualità ai risarcimenti, o innalzarlo, a che servirà questa legge se non ad aumentare gli introiti delle assicurazioni?»