Zapping farmaci, Federanziani: indagine su generici conferma nostre preoccupazioni

A una donna su due capita di ricevere in farmacia la proposta di un farmaco diverso da quello abituale

giovedì 19 febbraio 2015

“Siamo lieti di vedere che oggi uno studio finanziato dai produttori di farmaci equivalenti ha portato alle stesse conclusioni di FederAnziani, ovvero che l’attuale norma sulla prescrizione dei farmaci e il selling model delle aziende stesse sono corresponsabili di un crescente zapping farmacologico tra i pazienti e della mancata aderenza alla terapia”. Così Roberto Messina, presidente di FederAnziani, commenta i dati dell’ultima indagine realizzata da Onda e finanziata da DOC Generici che confermano le gravi conseguenze dello switch per la salute dei pazienti.

“La gravità e la diffusione del problema dello zapping oggi non può più essere ignorata – dichiara il presidente di FederAnziani Roberto Messina in un comunicato - al punto che dopo gli anziani anche le donne raccontano di essere pesantemente esposte alla sostituzione del farmaco e di avere difficoltà a seguire le terapie.

Addirittura a una donna su due capita di ricevere in farmacia la proposta di un farmaco diverso da quello abituale e la metà di queste ha accettato almeno una volta il cambio con gravi problemi riconducibili alla confusione generata dalla diversità delle confezioni. Persino i produttori di farmaci generici, che hanno sostenuto quest’ultima indagine, devono prendere atto del caos generato da una norma e da un modello di vendita che portano i pazienti a passare da un farmaco all’altro, da un generico all’altro, mettendo in atto comportamenti che hanno gravi conseguenze sull’aderenza alla terapia e che possono arrivare fino all’interruzione prolungata della cura.

Di fronte a uno scenario così preoccupante FederAnziani ribadisce la sua richiesta di un’immediata modifica del comma 11 bis dell’art. 15 del dl 95/2012 convertita in legge n.135 del 7/08/2012 con la quale il medico sia tenuto ad indicare il nome del farmaco “branded” nel caso dell’originator o, nel caso del generico, il nome del principio attivo seguito dal nome dell’azienda che lo produce. Solo così, infatti, è possibile azzerare lo zapping farmaceutico, restituendo al tempo stesso al medico il suo ruolo come unico responsabile della continuità del percorso terapeutico.