Medicina generale, petizione chiede abolizione del titolo equipollente

Gia raccolte oltre 300 firme on line

martedì 26 luglio 2016

DOCTOR 33: Giovane medico in medicina generale in graduatoria per avere la convenzione, perde il posto a vantaggio di un ospedaliero di 58 anni che pur non avendo né formazione né esperienza in medicina generale gli passa avanti per un criterio di equipollenza. La storia in Italia è più comune di quanto si possa pensare ed è oggetto di una petizione appena lanciata su Change.org dal giovane medico protagonista della storia, Salvatore Caiazza, e che in pochi giorni ha raccolto oltre 300 firme.

La petizione, "ricordando come la figura del medico di famiglia sia il perno principale su cui si fonda la tutela della Salute della Cittadinanza" si sofferma sull'equipollenza dei titoli e sul fatto che un ospedaliero a fine carriera possa passare davanti a un giovane con formazione specifica. Per questo nella petizione si chiede "l'abolizione del comma 1 dell'art. 30 del D.L. 17 agosto 1999 n. 368, in quanto riteniamo che sia una forzatura dell'art. 6, comma 1, del D.L. 8 agosto 1991, n. 256. Tale forzatura sminuisce il principio di competenza e meritocrazia a discapito di Medici che hanno conseguito un titolo post laurea per esercitare la Medicina di Famiglia". 

Il problema è su due fronti, come spiega Caiazza a Doctor33 «occupazionale e sociale». Da una parte «ci sono giovani medici formati che non riescono a trovare lavoro» e in più, come sottolinea la stessa petizione «la medicina di famiglia è "vecchia" e lasciata in mano a medici inevitabilmente meno motivati. Un fenomeno che ha ricadute sulla salute pubblica e sulla spesa sanitaria, tema al quale la politica dovrebbe essere sensibile». La situazione è tipicamente italiana, visto che, aggiunge Caiazza «in nessun altro paese d'Europa si verifica». L'obiettivo è quello di riuscire a confrontarsi con i responsabili delle cure primarie altrimenti, chiude Caiazza «per chi ha una formazione specifica in medicina generale non resta che fuggire all'estero...»