Certificati sport, dopo segnalazione antitrust i cardiologi si candidano per il rilascio

Non ci sono più screening scolastici sulla salute dei minori: un ecg salva la vita

sabato 06 maggio 2017

Doctor 33

I cardiologi si candidano come certificatori per l'idoneità sportiva. Lo fanno dopo che l'Autorità Antitrust ha segnalato al Parlamento un'anomalia da aggiustare nel dispositivo delle certificazioni sportive non agonistiche. Oltre a medici di famiglia, pediatri e medici sportivi, per il Garante della Concorrenza, ci sarebbero altre categorie coinvolte nella redazione di questi certificati. Il presidente della Federazione italiana di Cardiologia Francesco Fedele plaude alla segnalazione Antitrust, peraltro non ancora pubblicata. «L'Authority sembra affermare cose che sosteniamo da tempo. In un contesto non ci sono più screening scolastici sulla salute dei minori, l'elettrocardiogramma - refertato da un cardiologo - riveste un'importanza notevole nell'evitare morti improvvise. Ogni anno muoiono circa mille sportivi nel nostro paese, è vero che ci sono falsi positivi e soprattutto falsi negativi, ma tante anomalie possono essere scoperte e tante vite possono essere salvate». Fedele ha proposto l'Ecg obbligatorio come screening per tutta la popolazione studentesca tra gli 11 e i 18 anni. Una sperimentazione che ha seguito personalmente a Roma su 25 mila studenti delle superiori e che ha dimostrato come a costi abbastanza contenuti si possa avere una prima mappatura delle anomalie elettriche, dopodiché solo una piccola parte di queste corrisponde a un difetto da prendere in considerazione clinicamente, «ma in quei casi 'veri positivi' l'Ecg potenzialmente salva vite». 

Il decreto semplificazioni aboliva all'articolo 42 bis l'obbligo di certificato sportivo non agonistico ma allo stato dei fatti il certificato è la strada obbligata sia per chi pratica attività parascolastiche e giochi della gioventù a livello locale-regionale, sia per i "fuori età" che praticano discipline sportive, sia per chi fa uno sport "attivo" in palestre dove operano società affiliate Coni o dove per motivi assicurativi ci si cautela al di là delle previsioni di legge. La domanda di certificati resta alta, e medici di famiglia e pediatri -ben conoscendo i propri pazienti e la loro anamnesi ed essendo le uniche categorie obbligate a tenere un record anamnestico su supporto informatizzato -contano su un "titolo in più" per certificare (mentre i medici sportivi hanno dalla loro la specialità). «Non sto dicendo che tutti i medici sono potenzialmente titolati a rilasciare un certificato sportivo», chiarisce Fedele. «Dico che il cardiologo lo è. A suo tempo il decreto legge 98/14 e il successivo decreto del ministero della Salute non solo non ci inclusero tra le categorie mediche citate per il rilascio del certificato ma non siamo stati idoneamente coinvolti nella redazione della linea guida che impone l'Ecg una volta nella vita a supporto del certificato per i giovani atleti e una volta l'anno per gli adulti a rischio cardiovascolare o gli over 65 soggetti ad almeno un fattore di rischio. E' possibile che l'Antitrust non sia la sede naturale per dirimere questioni di competenza nel mondo medico, ma come Autorità Garante della Concorrenza la legge le consente di segnalare distorsioni nei dispositivi giuridici e qui siamo di fronte a una distorsione, iniziata nella legge e proseguita nell'iter ministeriale. Che si può ben rimediare sedendoci tutti a un tavolo e riconsiderando, per quanto ci riguarda, il peso dell'Ecg nel salvare vite umane e del cardiologo nell'attestare l'idoneità di un soggetto all'attività sportiva». 


Mauro Miserendino