Stati generali della sanita'

Necessario un cambio di passo - di Pasquale Pellegrini

sabato 06 gennaio 2018

Corriere del Mezzogiorno

La sanità in Puglia è un fallimento e le responsabilità sono a diversi livelli, a partire da quello politico fino all'ultimo operatore. L'impressione del malato è di trovarsi in un contesto di generale disorganizzazione in cui ognuno fa quello che vuole. E una impressione ingenerosa per quegli operatori - e sono tanti - che con abnegazione, impegno e responsabilità si prodigano per alleviare le sofferenze e andare incontro al paziente.

Ma è anche la plastica fotografia di un sistema che non funziona, nonostante il loro encomiabile impegno. I fatti accaduti al Giovanni XXin non sono situazioni transitorie, semmai sono la spia di una generale incapacità tecnica e politica che riguarda tutta la sanità pugliese. La risonanza mediatica delle «eccellenze» serve solo a distogliere lo sguardo da una situazione di fondo drammatica. Il vero problema è l'inadeguatezza e in molti casi l'inesistenza del servizio sanitario rispetto ai bisogni del malato, specie se poveri.

Chi vuole curarsi deve pagare. Poco importa se gli stessi medici in regime di intramoenia o negli studi privati. Un mondo parallelo, costituito dagli stessi medici che operano nella sanità pubblica, specula sul malato. Ci guadagnano tutti, a partire dalla Asl. Il problema è serio, drammatico.

Un'amministrazione di centrosinistra avrebbe dovuto porlo in maniera prioritaria e risoluta, invece di spendersi in battaglie dall'esito prevedibile. Qualcosa bisogna fare subito per riportare in Puglia al centro dell'azione politica la sanità e soprattutto 0 diritto del malato e dei poveri ad essere curati. Ma proprio la politica è deficitaria, non ce la fa. Infatti, il governatore della Puglia non ha dato finora risposte convincenti, né, tanto meno, i direttori generali e i commissari.

Non resta che uno sforzo collettivo. Dei medici innanzitutto. Il presidente del loro Ordine, Filippo Anelli è stato molto chiaro, sulle colonne di questo giornale, nel richiamare l'attenzione al rispetto delle norme deontologiche. Tuttavia non sarebbe sufficiente. Per fare del 2018 un anno di svolta nella sanità pugliese bisognerebbe che associazioni di volontariato, in particolare quelle che operano in ambito sanitario, ordini professionali, sindacati di categoria, diocesi, Caritas, indicessero degli stati generali per elaborare una forte pressione politica sull'assessorato e sulle Asl per rilanciare il settore ed eliminare, laddove possibile, quel conflitto di interesse che oggi incide negativamente sulla produttività del sistema. Sarebbe una grande lezione di partecipazione e di riappropriazione di un diritto costituzionalmente garantito