Nel 2014 600 morti, Oms celebra medici e infermieri 'eroi'

Uccisi in attacchi contro luoghi di cura e personale sanitario

giovedì 20 agosto 2015

ANSA Salute

ROMA, 20 AGO - Nel 2014 l'Organizzazione mondiale della sanità ha registrato 372 attacchi in 32 Paesi contro luoghi di cura e personale sanitario in prima linea per fronteggiare le crisi umanitarie, che si sono conclusi con oltre 600 morti e circa 1000 feriti. Si tratta di dottori, paramedici e altre figure che lavorano in ambito sanitario, che hanno fornito cure durante epidemie come ebola, catastrofi naturali e conflitti, che l'Oms in una nota definisce "eroi" e che ha celebrato ieri, in occasione del dodicesimo World Humanitarian Day.

Per mettere in rilievo l'importanza dell'attività degli operatori che sono in prima linea l'Organizzazione mondiale della sanità" lancia anche la campagna #ThanksHealthHero, volta a raccogliere messaggi di ringraziamento e testimonianze, e si impegna a raccontare le loro storie, fino al World Humanitarian Summit a maggio 2016. A oltre 10 anni dall'istituzione del World Humanitarian Day - sottolinea la nota - sono 82,5 milioni le persone in 37 Paesi che necessitano di assistenza.

I costi sono senza precedenti, stimati in 20 miliardi di dollari. Cinque le grandi crisi umanitarie su cui si concentra l'azione, con oltre 60 milioni di persone coinvolte, dall'Africa occidentale allo Yemen. In Africa 875 medici e infermieri sono stati infettati dall'Ebola e oltre la metà sono morti e mentre il mondo si avvicina al traguardo dell'eradicazione della poliomielite, almeno 37 fra operatori sanitari e loro accompagnatori sono stati colpiti e uccisi dal 2012 in Pakistan e Nigeria.

"Gli attacchi contro gli operatori sanitari e le strutture sono flagranti violazioni del diritto umanitario internazionale, comprese le Convenzioni di Ginevra e i relativi protocolli. Tali accordi devono essere rispettati" conclude il direttore generale Margaret Chan.