Via studi di settore e Irap con la manovra, che cosa cambierà per i medici

La novità tra i medici sarà l'abolizione dell'Irap per gli studi senza dipendenti o con un dipendente con mansioni Esecutive

sabato 22 ottobre 2016

DOCTOR 33: Abolizione dell'Irap per i professionisti e sostituzione degli studi di settore - criterio di determinazione del reddito che riguarda una platea di 3,6 milioni tra professionisti e imprese, un quarto nella sanità - con indicatori di compliance. Queste le novità chiave della manovra per il 2017 insieme all'introduzione di una flat tax per lavoratori autonomi e società di cui si sa ancora poco, ma che si pagherebbe in alternativa all'imposta sui redditi attuale, con vantaggi per i più piccoli ma anche possibili svantaggi. Con la flat tax la manovra porterebbe con sé anche la novità di pagare l'imposta sui redditi non sulla base delle fatture emesse nell'anno solare, alcune delle quali potrebbero non esser state ancora onorate, ma sulla base di quanto realmente incassato (criterio di cassa e non più di competenza, che oggi vige solo per i contribuenti minimi). 
La vera novità tra i medici sarà l'abolizione dell'Irap per gli studi professionali senza dipendenti o con un dipendente con mansioni meramente esecutive (sulla scia della sentenza 9451/2016 della Cassazione). Poco se ne sa. Maggiori indiscrezioni arrivano sugli studi di settore che dal 2017 non andranno più usati per gli accertamenti, né potranno esser richiesti dati già in possesso del Fisco; i modelli fin qui utilizzati dovrebbero essere sostituiti da altri che stimeranno la fedeltà fiscale del contribuente con un voto da 1 a 10 rispetto a specifici indicatori di compliance sui quali poco trapela, si sa che accanto ai ricavi verrebbero valutati il valore aggiunto per addetto/collaboratore e reddito di impresa, e verrebbero pressoché azzerati i correttivi fin qui adottati dal software delle Entrate Gerico. Inoltre la stima avverrebbe sul pregresso della contribuzione, fino a 8 anni prima, considerando quindi l'andamento del ciclo economico e gli influssi di quest'ultimo sul reddito del professionista. Per i contribuenti più affidabili è previsto l'accesso ad un sistema premiale che un percorso accelerato per i rimborsi fiscali, l'esclusione da alcuni tipi di accertamento e una riduzione del periodo di accertabilità. Difficile peraltro capire come si dovrà attivare il contribuente di fronte a una brutta pagella, visto che sarà l'Agenzia delle Entrate a comunicare annualmente ad ogni contribuente interessato il risultato di affidabilità con un "voto" per indicatore.
Non è chiara la tempistica della sostituzione degli studi con gli indici di compliance, si sa che con il 2017 partono i nuovi indicatori, che di sicuro gli avvocati per l'andamento irregolare dei loro flussi reddituali saranno esclusi dagli studi, che un decreto del Ministero dell'Economia dovrebbe porre fine a una prima fase sperimentale. Certo è che con l'abolizione degli "studi" finisce un'epoca. Introdotti nel 1993, negli anni si sono moltiplicati. E i TK, UK, VK che riguardano i professionisti spesso faticano a fotografare la reale situazione e la relativa fedeltà/infedeltà sulla base degli attuali indicatori di congruità (per la stima dei ricavi) e coerenza (del dichiarato rispetto a tenore di vita etc). Tanto che nel 2009 la Cassazione con sentenze 26635-36-37 e 38 a sezioni unite ha sancito che è nullo l'accertamento dell'Agenzia delle Entrate basato sui soli studi di settore, o meglio è una presunzione semplice che per rispecchiare una realtà ha bisogno dell'attivazione di un contraddittorio con il contribuente.
Ancor meno indiscrezioni trapelano sulla flat tax annunciata dal premier Matteo Renzi in manovra la scorsa settimana. Una partita Iva che oggi paga intorno al 50% di tasse incluse le regionali e comunali dovrebbe accogliere con favore un balzello nazionale fisso al 24 o 27,5%,  queste le ipotesi formulate, così come accoglierà di buon grado la possibilità di dedurre il 140% per gli investimenti tecnologici (confermata pure per il 2017 con una superdeduzione del 250% per le imprese che cambiano tutta la tecnologia). Tuttavia ancora non è chiaro, non essendoci il testo della manovra, se per avere il beneficio bisognerà sottoporsi a particolari condizioni.
Mauro Miserendino