"Niente esame dopo il dl Lorenzin". Il paziente riempie di botte il medico

La vicenda si è verificata nel Napoletano, "ma la tensione sta crescendo ovunque", come lamentano i medici di famiglia

sabato 06 febbraio 2016

Il Giornale

"È successo ieri a Monte di Procida (Napoli). Ma la tensione tra i pazienti sta crescendo un po' ovunque".

A lanciare l'allarme sono i medici di famiglia. Come scrivono i dirigenti nazionali del Sumai di Medicina generale, Saverio Annunziata e Giuseppe Tortora: "Stiamo raccogliendo numerose testimonianze di colleghi che sono letteralmente infuriati per l'entrata in vigore del decreto Lorenzin che di fatto riduce notevolmente l'erogabilità di molte prestazioni".

"Ci troviamo di fronte a una strisciante privatizzazione della sanità - spiega Annunziata - con il pericolo reale che la prevenzione così sbandierata in questi ultimi anni sarà completamente impedita ai pazienti bisognosi, mentre i benestanti dovranno pagarsela di tasca propria o stipulando un'assicurazione. Ad esempio, indagini strumentali come Tac, Risonanze, potranno essere prescritte solo in presenza di un tumore già accertato o di un intervento chirurgico o di un trauma subito; nel caso di un sospetto diagnostico, l'esame dovrà essere negato ed il cittadino se lo dovrà pagare. Analogamente per gli esami di laboratorio, potranno essere prescritti solo in presenza di patologie già accertate. È sconcertante constatare che se da un lato vengono assegnate numerose esenzioni ticket, certificando di fatto l'indigenza del paziente (70% dei pazienti) , dall'altro si fanno pagare a questi cittadini, che molto spesso vivono di misere pensioni, esami costosi".

"Il decreto parla di appropriatezza - aggiunge Giuseppe Tortora -, mentre di fatto impone soltanto tagli. Non è possibile che siano solo i medici di famiglia a rispettare queste regole quando arrivano sulle loro scrivanie richieste continue da parte di strutture pubbliche e non, di esami non più erogabili in base al decreto Lorenzin".

"Abbiamo deciso di convocare un' assemblea aperta a tutti i medici, alle associazioni di malati e a tutti quei parlamentari che oggi, con grande risalto mediatico, sono lungamente impegnati a discutere di leggi importanti sui diritti civili, ma pare trascurino ben altri diritti fondamentali come quello della salute che è seriamente a rischio nel nostro Paese. Il nostro Parlamento - concludono i medici - non può continuare a restare inerte difronte ad una legge che di fatto penalizza e impedisce ai più bisognosi di curarsi".