Malasanità, contenziosi in calo. L'esperto: urge attuare legge Gelli

Si è in attesa dei decreti attuativi per avviare la riforma

venerdì 16 giugno 2017

Doctor 33
Si dice che la legge Gelli sulla responsabilità sanitaria sia intervenuta ad arginare un boom di contenziosi legali civili e penali contro i medici e gli ospedali, altrimenti inarrestabile. Ma è così vero? I dati dei monitoraggi svolti in Lombardia e in Toscana rivelano che i contenziosi negli ultimi anni sono stati in costante calo. Il rapporto di Aon per la Lombardia indica un calo delle richieste di risarcimento alle aziende del servizio sanitario regionale, si è passati da 2315 nel 2012 a 2218 nel 2013, 2049 l'anno dopo e 1913 nel 2015; in Toscana il centro per il rischio clinico offre un trend sostanzialmente simile, dopo le 1592 richieste nel 2014 si scende a 1551 nel 2015 e 1334 nel 2016. Il fenomeno della "malasanità" starebbe auto-esaurendosi anche senza l'intervento del legislatore? «Sarebbe suggestivo pensare che le due regioni leader nella cultura del risk management insieme all'Emilia Romagna siano le prime a registrare un'inversione di tendenza nei contenziosi, indice di un calo che sarebbe in quel caso generale se si diffondesse la cultura della gestione del rischio. 

Probabilmente i motivi della tendenza, registrata su dati certi (quelli lombardi però non includono il privato convenzionato), stanno da un'altra parte; il trend dei contenziosi non è correlato tanto a quello degli eventi avversi quanto alla propensione dei pazienti a chiedere risarcimenti, la "litigiosità", a sua volta conseguenza di una scarsa qualità della comunicazione con i sanitari», dice Luigi Molendini esperto di gestione del rischio clinico e coordinatore del corso "Responsabilità professionale e gestione del rischio assicurativo in ambito sanitario" di Cineas, consorzio del Politecnico di Milano in Ingegneria delle Assicurazioni. «Dobbiamo quindi concludere che in queste regioni si stia registrando una probabile minor conflittualità nell'ambito di una maggiore attenzione alle buone pratiche per la sicurezza; purtroppo continuano a crescere gli importi medi dei risarcimenti, come conferma anche il rapporto Marsh uscito in questi giorni. Se consideriamo la medesima tipologia di danno clinico il corrispettivo economico riconosciuto oggi è di molto superiore a quello di 10 anni fa, in relazione alla aumentata tutela dei diritti dei cittadini, che passa anche attraverso le valorizzazioni economiche delle corti». In questo scenario contrastato la legge 24 sulla sicurezza delle cure offre almeno due certezze, «pone attenzione sui costi del contenzioso, che privano il servizio sanitario di risorse, e - introducendo un deterrente alle richieste di danno ai professionisti sanitari (per via della "nuova" responsabilità extracontrattuale ndr) - pone le basi per minori pressioni sugli stessi ed una generale aspettativa di miglioramento della qualità del rapporto con i pazienti. Ma per capire quanto la legge inciderà nei rapporti tra strutture e professionisti diventano fondamentali i decreti attuativi ed in particolare il decreto che determinerà i requisiti minimi delle coperture assicurative; saranno altresì decisive le interpretazioni della Magistratura e l'educazione dei cittadini a comprendere i dati sulla sinistrosità che le strutture per legge sono ora chiamate a pubblicare sui propri siti internet. Bisogna in qualche modo far capire che la struttura che paga di più per i sinistri, oggi, non è necessariamente la peggiore, anzi, spesso ha una gestione proattiva che va incontro alle richieste dei pazienti». Nei corsi come quello Cineas diretto da Molendini, in programma dall'8 settembre al 13 ottobre prossimi a Milano (chiusura iscrizioni 31 agosto), si considera un aspetto ulteriore, «la centralità che la legge dà alla sicurezza del percorso di cura, obbligando il sanitario ad attivare una serie di misure di prevenzione dell'errore e conferendo al risk manager una formazione ad hoc per implementare e coordinare le attività di prevenzione. Altro tema chiave sono le linee guida ed il loro utilizzo che impatta sia sulla non perseguibilità penale del sanitario sia sulla sicurezza del percorso clinico. Se ben gestita, la nuova norma potrebbe favorire un salto culturale nel segno della promozione di scelte basate sull'evidenza scientifica, in uno scenario reso al momento complesso, ad esempio, dalle aspre polemiche sugli effetti delle vaccinazioni e sull'efficacia dell'omeopatia». 


Mauro Miserendino