Lorenzin: nessuno impedisce al medico di prescrivere

Appropriatezza prescrittiva, continua la bagarre

lunedì 08 febbraio 2016

E' ufficialmente in vigore ma, di fatto, è al palo, la cosiddetta legge sull'appropriatezza delle prestazioni, quella che introduce una stretta su oltre 200 esami e prestazioni specialistiche. Mancano, infatti, le indicazioni ed i criteri applicativi delle nuove norme con il risultato che, ad oggi, in nessuna regione le nuove regole sono ancora applicate. A descrivere la situazione «preoccupante ed estremamente confusa» che si sta determinando dal Nord al Sud dell'Italia, sono le stesse organizzazioni mediche, che denunciano anche veri e propri errori che rendono il decreto inapplicabile da parte dei camici bianchi.

Ma il ministro Beatrice Lorenzin, contro cui si concentrano tutte le responsabilità per questa situazione, non ci sta ad incassare il colpo e dagli studi di SkyTg24 rilancia: «Tutta questa polemica ha fondamenta molto fragili ed è preoccupante la posizione negativa espressa dalle organizzazioni dei medici di famiglia sul decreto del Ministero della Salute sull'appropriatezza delle prestazioni: se un medico ritiene di dover segnare il colesterolo a un paziente una volta al mese perché è in una condizione particolare lo può fare, basta che lo motivi». L'allarme dei medici di famiglia, ha continuato, «non lo capisco.

La ricetta è sempre la stessa e anche per quanto riguarda i pazienti. Ricordo che sono 206 esami sentinella e nessuno impedisce a un medico di prescrivere più volte quegli esami se lo ritiene necessario, basta che lo motivi. Non c'è nessun tipo di limitazione alla prescrizione di quegli esami. Si è solo chiesto di non fare lenzuolate di esami senza nessun tipo di attenzione, perché questa cosa costa tantissimo ed è inutile per i pazienti», ha concluso.

A definirla come una situazione di vero «caos», era stato ancora una volta il segretario della Federazione dei medici di famiglia (Fimmg), Giacomo Milillo, evidenziando che l'applicazione di tali norme andrà a totale svantaggio dei cittadini. «Si prevede - spiega il segretario Fimmg - che l'esame delle transaminasi, essendo uno di quelli "sotto osservazione" per l'appropriatezza, vada prescritto su ricetta singola e non con gli altri che solitamente un paziente effettua se ha problemi epatici. Ciò significa, ad esempio, che il paziente pagherà più ticket per più ricette». E forti critiche sono arrivate anche da Slow Medicine, la rete di professionisti sanitari, associazioni di professionisti, cittadini, associazioni di pazienti e di familiari, che ha definito il decreto appropriatezza come «un bel pasticcio».

 «Ancora una volta - si legge nel comunicato - il governo, attraverso un provvedimento calato dall'alto e senza il preventivo contributo dei professionisti che sono chiamati ad applicarlo, è riuscito a scontentare tutti. La cosiddetta "appropriatezza prescrittiva" secondo regole stabilite da provvedimenti governativi con l'unico obiettivo dichiarato di ridurre i costi, con minaccia di sanzioni per i medici che non le rispettano e per di più difficilmente applicabili, non solo rappresenta un implicito razionamento e un attentato alla professione medica, ma danneggia la relazione medico-paziente e trasmette al cittadino il messaggio che solo grazie ad un pagamento extra potrà garantirsi quelle prestazioni». E così, mentre va avanti il braccio di ferro fra il ministro e i medici, spunta anche l'ipotesi che Emergency, come altre Ong possa effettuare attività sussidiarie ai servizi offerti dal Ssn, «sotto autorizzazione dello Stato, o delle singole Regioni in base a progetti».

 Ad annunciarlo è stato proprio il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, intervenuta alla trasmissione Tagadà su La7 e commentando l'aumento del numero di italiani che si rivolgono a Emergency per assistenza sanitaria, circa il 15-20% del totale. «Ci sono dei poliambulatori - ha detto - non soltanto di Emergency, gestiti in modo misto e dove si dà accoglienza ai poveri sia italiani che stranieri». La vera questione, ha detto Lorenzin, «è che abbiamo nel nostro territorio una crescente presenza di persone povere, che sono fuori da quella soglia in cui si possono prendere in carico. Spesso poveri con un disagio tale da non riuscire neanche ad accedere ai servizi». Ma una cosa, almeno, per ora sembra certa: «Emergency - ha chiarito Lorenzin - non sostituisce lo Stato, lo sta integrando».

Rossella Gemma