Run card e visite gratis ai ragazzi quando correre non è un rischio

Regole ferree e prenotazioni online: così ci si mette a posto La Regione avverte: serve maggiore cultura per i defibrillatori

martedì 17 aprile 2018

La Repubblica Bari

GENNARO TOTORIZZO L'infarto poco dopo la partenza, i primi soccorsi e un defibrillatore utilizzato in maniera scorretta. Spinge a riflettere sulla sicurezza e sulla tutela della salute nelle competizioni podistiche l'incidente che ha colpito, domenica a Bari, un atleta 50enne nella gara Vivicittà. A partire dall'iter che i corridori, agonisti e non, devono affrontare per ottenere il certificato di idoneità alla pratica sportiva, fino al sistema di assistenza medica coordinato, nelle manifestazioni, dalle società organizzatrici. Le norme regionali e nazionali sono ferree. Per gli atleti agonisti che partecipano alle corse competitive, quindi iscritti a una società e in possesso della Run card, è prevista una procedura telematica, introdotta di recente. Le associazioni sportive devono inoltrare una specifica richiesta online alla Regione Puglia. Questa successivamente rilascia un certificato di prenotazione a una visita con un medico specialista in medicina dello sport convenzionato, gratuita fino ai 18 anni. «Viene valutata la capacità di resistenza allo sforzo fisico dell'apparato cardiocircolatorio, quindi si escludono eventuali patologie in atto», spiega il presidente dell'Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della Provincia di Bari Filippo Anelli. Durante il controllo si effettuano test spirometrici, l'esame delle urine per valutare la funzionalità renale, una visita ambulatoriale e l'elettrocardiogramma, ma «il medico ha anche la facoltà di inserire anche altri esami per verificare con più precisione». Il superamento dei numerosi passaggi non assicura però l'assenza totale di malattie: «Alcune patologie non sono prevedibili. Quello che è accaduto ad Astori, calciatore della Fiorentina, dimostra che non abbiamo strumenti capaci di escludere tutte quelle disfunzioni che potrebbero essere causa di una morte improvvisa. L'obbligatorietà dell'elettrocardiogramma anche per i non agonisti rimane però un grande passo in avanti», prosegue Anelli. Le certificazioni dell'attività sportiva non agonistica, necessarie per iscriversi alle competizioni con percorsi inferiori ai 10 chilometri, possono essere rilasciate dal medico di famiglia o dal pediatra di libera scelta, e sono gratuite fino ai 6 anni. Spesso però, in queste occasioni, viene sottovalutata l'importanza di un approfondimento più dettagliato sulla condizione cardiologica. «Tesserarsi a una federazione sportiva, sottoporsi a una visita sportiva agonistica, cercare un tecnico che programmi l'attività. Perché l'improvvisazione fa sempre male»: è il vademecum del presidente della Federazione italiana di atletica leggera pugliese Giacomo Leone che, durante l'incarico di consigliere federale, ha promosso lo stop dell'attività per gli atleti iscritti alle società e sprovvisti di certificato medico aggiornato. «I tecnici della federazione sono specializzati e fanno del loro meglio per allenare», commenta. Secondo Filippo Anelli gli obiettivi devono sempre dipendere dalle indicazioni del medico: «Lo sforzo fisico deve essere graduale, è la cosa più importante. Non si deve mai eccedere». Quando la prevenzione si rivela insufficiente, è fondamentale, in una competizione podistica, disporre di soccorsi adeguati. In particolare è obbligatoria la presenza di almeno due ambulanze con medico a bordo, anche al traguardo. «Il miglior soccorso è l'efficienza del 118 -sottolinea Anelli -. Così si ha una postazione medicalizzata completamente attrezzata per l'emergenza. Sulle gare gravano dei condizionamenti economici. Bisogna ricordare a tutti che basterebbe un investimento non eccessivo per garantire la presenza del medico e trascorrere una giornata più tranquilla». Secondo il consigliere regionale Ruggiero Mennea, però, «gli operatori laici, così come gli atleti e tutti i cittadini dovrebbero essere capaci di utilizzare un defibrillatore». È stato promotore della legge sulla diffusione e l'utilizzo dei defibrillatori semiautomatici, approvata proprio nell'ultimo consiglio. «I soccorritori devono affrontare delle simulazioni, perché possono aver imparato la lezione, per poi essersela dimenticata. Un altro aspetto da considerare è l'evoluzione tecnologica di questi dispositivi, anche se oggi ci sono gli apparecchi parlanti che spiegano le proprie funzioni. Quando i sindaci autorizzano le manifestazioni sportive, dovrebbero rendere obbligatoria la presenza di defibrillatori lungo il percorso, in proporzione al numero di partecipanti», conclude.