Farmaci innovativi, Fnomceo: i medici di famiglia devono poterli prescrivere

Si tratta di una questione etica, oltre che scientifica e di appropriatezza prescrittiva

lunedì 05 febbraio 2018

Doctor33

«Estendere ai medici di medicina generale la possibilità, oggi riservata ad alcuni specialisti di branca, di prescrivere i farmaci innovativi, in particolare gli antidiabetici di nuova generazione, ma anche gli anticoagulanti e i farmaci contro la broncopneumopatia cronica ostruttiva». A chiederlo è la Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, che rivendica i «principi di universalità, di eguaglianza e di equità nell'accesso alle cure» del nostro Servizio sanitario nazionale, e chiede che «i lavori del Tavolo sui farmaci innovativi istituito presso l'Aifa subiscano un'accelerazione che faciliti l'accesso a questi farmaci per milioni di pazienti».

«Il medico di famiglia gestisce il paziente in prossimità, tenendo conto della pluripatologia che deve ricondurre a un progetto di cura individuale - spiega Filippo Anelli, presidente Fnomceo - La prescrizione di intere classi di farmaci gli è però preclusa, essendo propedeutico un piano terapeutico che può essere compilato solo dallo specialista. Queste lungaggini, dovute più che altro a un malinteso senso di risparmio delle Asl e delle Regioni, portano molti pazienti che non possono rivolgersi allo specialista a vedersi di fatto negate cure che potrebbero essere per loro più adatte ed efficaci». Per Anelli, inoltre, «questo "risparmio" immediato sul prezzo del farmaco si risolve tra l'altro, sul lungo periodo, in costi più elevati per il sistema sanitario nazionale, dovuti a un aumento della morbilità, delle complicanze e della mortalità».


«È necessario» ribadisce il presidente della Fnomceo ۮche tutti i medici siano messi nelle condizioni di poter prescrivere i farmaci che ritengono più appropriati, in particolare i farmaci antidiabetici come le gliptine e le incretine che costituiscono un reale avanzamento terapeutico per il controllo della glicemia, o i nuovi anticoagulanti che migliorano la compliance e l'aderenza terapeutica, o le associazioni di farmaci per la broncopneumopatia cronica ostruttiva. Si tratta di una questione etica, oltre che scientifica e di appropriatezza prescrittiva, di giustizia sociale e di valorizzazione della professionalità del medico in qualunque ruolo scelga di svolgere la sua professione».