In trentamila a letto influenza senza freni due giovani gravi

La situazione peggiorerà nelle prossime settimane Fiore: “Non ci aspettavamo situazioni così difficili”

giovedì 22 gennaio 2015


ANTONELLO CASSANO  (Repubblica Bari)


IL DATO più temuto da epidemiologi e medici è arrivato. La corsa del dell'influenza in Puglia non si ferma e i più colpiti dal morbo sono i bambini. A confermarlo, ieri mattina, gli ultimi dati diffusi dall'Istituto superiore di sanità. Nel giro di una settimana i pugliesi colpiti da influenza sono passati da 5 per ogni mille abitanti a 7,23 per mille. Per intenderci, nella stagione 2013-2014 il picco influenzale a febbraio aveva portato a un massimo di 4 influenzati ogni mille abitanti. I dati diffusi ieri si riferiscono a quanto raccolto la settimana scorsa da circa 250 medici di base sparsi in tutta la Puglia. Dati inviati all'Oer, Osservatorio epidemiologico regionale che, a sua volta, li gira al Cirinet (Centro interuniversitario di ricerca sull'influenza) di Genova. Qui vengono elaborati per poi essere pubblicati dall'Istituto superiore della sanità.

«Quel dato, 7,23 malati per mille, – spiega Filippo Anelli, presidente dell'Ordine dei medici di Bari, tra i primi a visualizzare i dati – significa che attualmente sono a letto circa 30mila pugliesi, 10mila in più rispetto alla settimana precedente. Ed è chiaro che la curva di morbosità della sindrome influenzale tenderà ad aumentare anche nei prossimi giorni». Ma non è tutto qui, perché ai pugliesi colpiti dall'influenza, si aggiungono anche i 4 per ogni mille abitanti colpiti da sindromi para influenzali: «Sommando i dati si arriva a 50mila persone colpite dall'influenza stagionale » conferma Anelli. Non a caso nel grafico che rappresenta la morbosità per sin- drome influenzale, la curva epidemica di quest'anno ha ormai quasi doppiato l'acme della curva della stagione precedente. In un secondo grafico diffuso dal Cirinet viene analizzata la morbosità per classi d'età.

Qui emerge che i più colpiti dall'influenza sono i bambini da 0 a 4 anni.
«Il 20 per mille di tutta la popolazione di piccoli pugliesi ha contratto la malattia – spiega ancora Anelli – ma l'altro dato che emerge con più preoccupazione, riguarda gli obesi, fra i più colpiti dall'influenza». I nuovi dati sull'incidenza dell'influenza, confermano che la settimana precedente è stata tra le più difficili da affrontare per tutto il sistema sanitario regionale. Ma il picco influenzale non è ancora arrivato. L'unica arma a disposizione per invertire la rotta, ripetono come un mantra gli specialisti, è la vaccinazione: «Non c'è altro sistema – dice ancora il presidente dell'Ordine dei medici – poiché sappiamo che questa situazione peggiorerà e il tasso tenderà ad aumentare. Chi non l'ha fatto può ancora farlo perché ci sono davanti a noi ancora 6-7 settimane piene di influenza».

Ma c'è un altro dato che rende più pericolosa l'influenza di quest'anno rispetto a quella della stagione precedente. Si tratta dell'aumento dei casi di giovani pazienti finiti in rianimazione a causa di complicanze broncorespiratorie dovute al virus H1N1. È quanto conferma anche Tommaso Fiore, direttore del dipartimento di emergenza-urgenza e del reparto di rianimazione 1 del Policlinico di Bari: «Abbiamo affrontato un periodo molto brutto dal 5 gennaio ad oggi in cui c'è stato aumento sistematico dei pazienti in rianimazione. E così ai casi tipici della stagione invernale, si sono aggiunti i posti letto occupati da pazienti con complicanze broncopolmonari e una piccola bolla di ripresa del virus H1N1. La settimana scorsa avevamo 6 pazienti in rianimazione e 2 in Ecmo, circolazione extracorporea.

Questi ultimi sono i pazienti più difficili, ci vuole tantissimo tempo per riuscire a farli guarire». Il ritorno, così aggressivo, dell'influenza A era inaspettato: «Pensavamo che dopo la pandemia del 2009 gran parte della popolazione pugliese fosse ormai auto-vaccinata all'H1N1. Abbiamo invece scoperto che in molti non erano mai entrati in contatto con il virus. Anche il fallimento della campagna di vaccinazione ha influito su questa situazione».

È Cinzia Germinario, a capo dell'Osservatorio epidemiologico regionale, a spiegare i motivi della particolare aggressività del virus H1N1: «Colpisce soprattutto soggetti giovani e, a differenza dell'influenza tradizionale, attacca le basse vie respiratorie. Ciò produce una tempesta di citochine che determina una insufficienza respiratoria severa, fino alla polmonite interstiziale e a conseguenze più pesanti». I più gravi, come anticipato da Fiore, sono i casi che finiscono in Ecmo. I centri Ecmo in Italia sono 16, uno di questi si trova al Policlinico ed è diretto da Salvatore Grasso: «Attualmente in tutta Italia ci sono 20 pazienti in Ecmo, circolazione extra corporea, a causa di complicanze dovute al virus H1N1. Di questi, 2 sono in Puglia. La particolarità di questo virus è che favorisce maggiormente lo sviluppo di polmoniti che distruggono gli alveoli polmonari».