“Falso invalido, restituisca 45mila euro” (Repubblica BA)

Per l’Inps viveva col polmone artificiale, girava in scooter al Libertà

giovedì 17 gennaio 2013



REPUBBLICA BARI - MARA CHIARELLI


LA MATTINA si alzava, si preparava e usciva con lo scooter per incontrare gli amici o sbrigare le tipiche incombenze quotidiane da pensionato. E, tra una e l’altra, una sigaretta ci stava anche bene. Lui, barese di 61 anni, con tenore di vita agiato e il vizio del fumo, in realtà all’Inps risultava invalido civile e titolare anche di una indennità di accompagnamento a causa delle sue “gravi condizioni di salute”.

Sì perché dal 2009, per l’istituto di previdenza l’uomo era afflitto da una grave patologia polmonare che lo costringeva a trascorrere a letto le sue giornate, attaccato a un ventilatore polmonare 24 ore su 24. Ben diversa era evidentemente la realtà, come scoperto dai finanzieri del Gruppo Bari del Comando provinciale, che lo hanno denunciato per truffa aggravata.

Al pensionato, sposato e residente al quartiere Libertà, è stato anche applicato un sequestro preventivo per equivalente, disposto dal gip del tribunale di Bari, su richiesta del pubblico ministero che ha coordinato le indagini. Il sequestro riguarda quote dell’appartamento in cui vive e di sua proprietà per 45 mila euro, in sostanza la somma che in due anni e mezzo avrebbe indebitamente percepito dall’Inps.

L’indagine è durata alcuni mesi e si è avvalsa di pedinamenti e controlli. Gli stupiti finanzieri che lo osservavano, lo hanno visto uscire abitualmente di casa la mattina, utilizzare per i suoi spostamenti uno scooter, chiacchierare con amici e conoscenti, conducendo la vita del pensionato tipo, ma soprattutto fumare. Tutti elementi probatori che hanno infine indotto il giudice a emettere il provvedimento di sequestro e, in qualche modo, a fargli restituire il maltolto a garanzia delle pensioni riscosse dall’uomo illecitamente. L’Inps ha contestualmente bloccato il pagamento delle indennità. Indagini sono in corso per accertare eventuali responsabilità dei funzionari che hanno certificato i requisiti per far ottenere al 61enne le pensioni.

Negli ultimi anni sono stati numerosi gli interventi delle forze dell’ordine, finanzieri e vigili urbani in particolare, per stanare e “neutralizzare” i falsi invalidi che proprio in virtù del loro stato di salute godevano di diritti e agevolazioni a loro non dovuti. Come i contrassegni per le auto, prassi truffaldina ben consolidata, di utilizzare permessi intestati a persone decedute o fotocopiati. Centinaia le persone denunciate, diventate oggetto di un corposo fascicolo di inchiesta, coordinato dal sostituto procuratore del tribunale di Bari, Francesco Bretone. Per l’attività svolta, la
polizia municipale ha anche ricevuto il premio dell’Anci.

E tra i falsi invalidi, ogni sorta di categoria: ente comune, professionisti, impiegati, casalinghe che avevano taroccato il pass, rilasciato ai portatori di handicap per parcheggiare sulle strisce blu. Un escamotage per non pagare il grattino. Il sistema per riprodurre i permessi era molto semplice. C’era chi si limitava a fare semplici fotocopie, chi cambiava il nome della persona che realmente ne aveva bisogno. Ed ancora c’era chi utilizzava l’autorizzazione rilasciata ad un proprio familiare, che oramai non poteva più reclamarlo.

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