Errore medico? Deve dimostrarlo il paziente

Non è il medico che deve dimostrare di aver sbagliato ma toccherà al paziente provare la colpa del medico.

giovedì 12 marzo 2015

Avvenire  
Lo rileva il presidente dell'Ordine dei medici di Milano, Roberto Carlo Rossi, facendo riferimento a una sentenza del Tribunale di Milano. Si tratta della sentenza 1430 del 2 dicembre scorso, con cui il Tribunale ha riconfermato precedenti sentenze secondo le quali il medico, anche quando opera all'interno di una struttura, non ha un rapporto "contrattuale" con il paziente.

Pertanto, se dall'atto medico discende un danno, l'onere della prova spetta al paziente e la prescrizione è quinquennale. «Queste sentenze, nel momento in cui diventassero orientamento corrente della Magistratura a livello nazionale, tutelerebbero meglio sia i pazienti, sia il Servizio sanitario pubblico - spiega Rossi -A fronte di precedenti sentenze particolarmente onerose, che hanno fatto lievitare i premi assicurativi, infatti, molti medici non si sono più limitati a praticare solo le linee guida e le buone pratiche accreditate dalle comunità scientifica, ma si sono "difesi" richiedendo esami diagnostici non necessari per il paziente e particolarmente onerosi per il Servizio Sanitario, oppure si rifiutano di trattare i casi più complicati e a rischio denuncia».

 Intanto, secondo un recente studio Anaao Assomed, l'associazione dei medici dirigenti italiani, nel prossimo decennio saranno 58milai camici bianchi che per limiti di anzianità usciranno dal mondo del lavoro a fronte di 42mila ingressi, provocando un saldo negativo di 16mila unità, 4.200 delle quali proprio in Lombardia. A farne le spese saranno alcune specialità mediche che, trovandosi in difetto di personale, saranno costrette a chiudere le unità operative. I dati indicano per la pediatria circa 6mila medici in uscita a fronte di soli 2.900 in entrata, per medicina interna 4.119 professionisti contro 2.280 ingressi, stessi problemi per anestesia, cardiologia, radiologia, chirurgia e ortopedia. Già in alcune strutture periferiche lombarde interi reparti sono stati chiusi a causa delle mancanza di personale medico.

ATradate (Va) per esempio, si è dovuto rinunciare al reparto di Otorinolaringoiatria mentre a San Giovanni Bianco, in Val Brembana, per mancanza di pediatri, si è dovuto chiudere l'unico punto nascita dell'alta valle. LaLegaNord al Pirellone ha presentato un progetto di legge per finanziare, con un milione di euro, 40 nuove borse di studio da destinare alla formazione specialistica dei medici laureati. L'obiettivo del gruppo della Lega Nord è quello di far confluire la proposta di legge all'interno dellanuo-va riforma sanitaria regionale. TinoRedaelli