Farmaci anti-epatite C, Aifa avverte: giù i prezzi o li produciamo noi

Melazzini: «Chiediamo alle aziende un prezzo etico perché intendiamo estendere anche ai pazienti meno gravi il diritto alla cura»

venerdì 17 febbraio 2017

DOCTOR 33

«Se non accetteranno di ridurre i prezzi potremmo arrivare a chiedere al Governo come estrema ratio l'applicazione degli accordi internazionali Trips del 2006, che in caso di emergenze di salute pubblica consentono agli Stati il ricorso alla licenza obbligatoria». A lanciare l'avvertimento a Gilead se non abbassa i prezzi dei farmaci anti epatite C, è il direttore generale dell'Aifa Mario Melazzini, intervistato da La Stampa. La prossima settimana parte la trattiva no-stop per ricontrattare i prezzi dei medicinali anti-epatite ma stando a quanto raccontato dal quotidiano torinese la multinazionale, produttrice di Sovaldi e Harvoni, farmaci che curano tutti e quattro i ceppi dell'epatite C continua a sparare alto. Si parla di un prezzo intorno ai 13mila euro mentre Aifa non è disposta a sborsarne più di 4mila. 

Da qui la "minaccia" lanciata dal Dg Aifa di arrivare a produrre pillole di stato senza preoccuparsi del brevetto. In alternativa, dice Melazzini a La Stampa c'è anche la possibilità «di seguire l'esempio della Francia, consigliando ai centri specialistici che assistono i malati di epatite gli altri farmaci di pari efficacia, che non combattono tutti i ceppi del virus, ma quelli comunque più diffusi, I e Iv». Una scelta che lascerebbe le briciole a Gilead. «Chiediamo alle aziende un prezzo etico perché intendiamo estendere anche ai pazienti meno gravi il diritto alla cura» aggiunge Melazzini «altrimenti il virus continuerà a infettare altre persone. E non dimentichiamo che l'Italia è uno dei paesi con più alta presenza di Hcv». La sfida è lanciata, ora si attende la risposta dell'azienda.