Certificati sportivi: medici sportivi: meglio Ecg annuale ma non si torni indietro

L'attuale normativa prevede sotto i 65 anni un ecg fatto una volta nella vita

martedì 14 aprile 2015

Doctor33


Un decreto per specificare i fattori di rischio che giustificano l'elettrocardiogramma nei pazienti che chiedono il certificato sportivo non agonistico? Maurizio Casasco presidente della Federazione medico sportiva Fmsi non è convinto dalla proposta Omceo Milano: «Mi lascia perplesso l'idea di tornare sul tema dopo che la linea guida Fnomceo firmata anche dalla nostra Federazione ha stabilito che per la maggior parte dei cittadini basta presentare un ecg fatto una sola volta nella vita.

 Se invece si intende dire che un Ecg fatto una volta nella vita è poco, sfondiamo una porta aperta. Tanto noi quanto la Fimmg, la Società di cardiologia e persino la Società italiana di Pediatria, quando siamo andati in Fnomceo a concordare la linea guida per l'Ecg, sostenevamo andasse praticato una volta l'anno. La Federazione che presiedo sostiene e adotta l'Ecg annuale come linea guida propria. La linea guida Fnomceo (che impone l'Ecg annuale a soggetti a rischio cardiovascolare e oltre i 60 anni se sono presenti fattori di rischio ndr) è un compromesso nato dal conciliare le posizioni anzidette con quella del mondo politico e del sindacato pediatri Fimp secondo il quale per i giovani non servirebbe elettrocardiogramma».

 Per inciso, i rappresentanti Fimp letteratura alla mano anche su DoctorNews hanno ribadito come su un bambino fino a 12 anni l'Ecg non dia garanzie perché non vede tutte le patologie e tutte le aritmie mentre potrebbe esaltare la variabilità di alcuni parametri generando "falsi positivi". A questo punto si sarebbe potuto distinguere tra Ecg per la pratica sportiva non agonistica dei bambini ed Ecg per gli adulti. La normativa vigente non aiuta, però, sul punto. Riguardiamo con Casasco il decreto Ministeriale 18/2/1982. «Parla di tre categorie. Le prime due (a e c) sono gli studenti delle scuole, sopra e sotto la soglia della maggiore età, che praticano le attività sportive extrascolastiche e i giochi della gioventù locali e regionali. In entrambi i casi i certificati sono richiesti dalle scuole e come medico e padre sostengo la pratica dell'Ecg, senza il quale non si colgono alcune aritmie determinanti.

Qui la linea guida Fnomceo chiede Ecg annuale. Ma c'è un secondo tipo di attività non agonistica che interessa sia i bambini sia gli adulti e tutte le persone fisiche che, tesserate a federazioni sportive affiliate Coni, si trovino fuori range di età per la pratica dei relativi sport. Ogni disciplina ha le sue soglie d'ingresso e di uscita, ad esempio il calcio diventa agonistico a 12 anni e smette di esserlo a 45; all'interno del range della pratica agonistica il certificato riguarda il medico sportivo, mentre al di sotto dei 12 e al di sopra dei 45 anni torna a riguardare rispettivamente pediatra e medico di famiglia».

«Alla fine come Fmsi abbiamo indicato una mediazione per tutti - dice Casasco - e cioè: sì all'Ecg "una volta nella vita", tranne nei due casi espressamente citati dalla linea guida. Beninteso, l'iter per il certificato necessita una visita non fatta al telefono, di una raccolta dell'anamnesi del paziente e della valutazione della pressione arteriosa, un dato che va registrato e resta nel tempo. E questo iter riguarda tutte le persone fisiche che intraprendono un'attività sportiva non agonistica. Se a 60 anni si vuol giocare a pallone, e si è tesserati per una società affiliata Coni, va fatto il certificato. E, ove il medico nella visita rilevi fattori di rischio, chiede l'Ecg: un esame che noi medici sportivi -per quanto ci riguarda - pratichiamo, ripeto, una volta l'anno su tutti i soggetti di cui al decreto del 1982».

Mauro Miserendino