Piano cronicità, il ruolo della farmacia

L'idea è di coinvolgere le farmacie nell'assistenza domiciliare integrata

martedì 26 luglio 2016

DOTT-NET: E’ partito dal ministero della Salute diretto verso la Conferenza Stato-Regioni il Piano nazionale delle cronicità, il documento che organizza e pianifica l’assistenza alle persone affette da patologie croniche.

In questo contesto, il Piano conferma per la farmacia quel ruolo di rilievo che era già contemplato nella prima bozza del testo anticipata a maggio da Sanità24. Le farmacie, si legge infatti nel testo inviato alla Stato-Regioni, «sono uno dei punti di riferimento della persona con cronicità e dei suoi familiari, perché rappresentano il più agevole e frequente punto di accesso». L’indicazione, quindi, è quella di coinvolgere le farmacie del territorio nell’assistenza domiciliare integrata e nel supporto al medico di famiglia e al pediatra di libera scelta, nella dispensazione e consegna domiciliare di farmaci e dispositivi, nella dispensazione e recapito di miscele per la nutrizione artificiale e antidolorifici e nell’erogazione di servizi (sempre a domicilio o in farmacia) assicurati da professionisti come infermieri e fisioterapisti.

In sostanza è l’applicazione della farmacia dei servizi, ma il Piano contiene anche qualche raccomandazione a proposito di distribuzione del farmaco. Per esempio, tra i compiti da affidare alle farmacie nell’ambito dell’assistenza alle cronicità c’è la «dispensazione per conto dei farmaci in distribuzione diretta», un’indicazione che suona come un invito alle Regioni affinché sfruttino la prossimità delle farmacie per la distribuzione di tutti i farmaci del Pht. Sul tema, il Piano si fa ancora più esplicito nel capitolo dedicato al Pdta (Percorso diagnostico, terapeutico e assistenziale) per l’artrite reumatoide e le artriti croniche: va promossa, si legge, «la dispensazione dei farmaci prescritti dalle strutture reumatologiche autorizzate e inclusi nel File F presso le farmacie territoriali od ospedaliere nell’area di residenza dell’assistito». Un’apertura non indifferente, perché significa che biologici e biosimilari potranno finalmente passare dalle farmacie del territorio quando il paziente cronico non dispone di una struttura ospedaliera nelle vicinanze. Cioè nella stragrande maggioranza dei casi.
 

fonte: ministero salute, federfarma