L'Agenzia di controllo Asl «Inaccettabile, da terzo mondo»

Ad affermarlo sono ambienti dell'Agesan, l'Agenzia nazionale per la sanità che affianca il ministero e le Regioni.

domenica 23 agosto 2015

«Roba da Terzo mondo, non c'è giustificazione alcuna per quanto accaduto nell'ospedale di Galatina negli ultimi quattro anni. Tutti coloro che sono stati al corrente di questa situazione, compresi i chirurghi che hanno operato alla luce dei cellulari, devono risponderne: se non all'autorità giudiziaria - perché fortunatamente non vi sono stati incidenti - certamente alla struttura; e chiunque non ha svolto il proprio lavoro nelle condizioni fissate dai protocolli dovrà affrontare un percorso disciplinare». Ad affermarlo sono ambienti dell'Agesan, l'Agenzia nazionale per la sanità che affianca il ministero e le Regioni, effettuando controlli e verifiche e che di quanto L'Agenzia di controllo non era a conoscenza. Ma come ci si dovrebbe comportare in una sala operatoria?

«Come nella cabina di pilotaggio di un aereo: due, tre ore prima del decollo i tecnici e i piloti controllano che tutte le apparecchiature, complesse e quindi necessarie di manutenzione continua, siano in ordine, altrimenti non si parte. La lampada scialitica é uno di questi apparecchi sensibili, come lo è, per esempio, l'igiene della sala operatoria. Né si può dire che la lampada scialitica mobile può sostituire quella fissa, perché al massimo può essere utilizzata per i casi di emergenza o di supporto a quelle fisse».

A Roma ci si interroga, increduli, su come sia potuto accadere tutto questo: «Non si può operare in un contesto emergenziale per quattro anni». Pure c'è una catena di comando cui fare riferimento per affrontare e risolvere i problemi: a cominciare dalla caposala, per proseguire con il responsabile della manutenzione delle apparecchiature tecniche, fino al direttore sanitario del presidio ospedaliero, uno dei due "bracci" operativi (l'altro é il direttore amministrativo) del direttore generale della Asl, il quale é comunque «il responsabile di quanto avviene nelle strutture». Rosanna Lampugnani