Sisac: con tagli in continuità assistenziale nessun rischio per i posti di lavoro

audizione alla commissione sanità del senato di Vincenzo Pomo, il coordinatore della Sisac

martedì 26 luglio 2016

DOCTOR 33: Non ci saranno tagli in continuità assistenziale con il ruolo unico.  Lo ha ribadito nei giorni scorsi in audizione alla commissione sanità del senato Vincenzo Pomo, il coordinatore della Sisac, l'agenzia contractor regionale. Quasi a rispondere da lontano alla "proclamazione" della marcia Assisi-Perugia organizzata dal Sindacato Medici Italiani e dal Centro Studi Malfatti sabato 23 luglio contro lo smantellamento del servizio sanitario nazionale e soprattutto contro la chiusura della guardia medica notturna da mezzanotte 0 alle 8 del mattino.

Pomo ha spiegato che tale chiusura non è attuale, non ci sarà uno smantellamento degli attuali punti di continuità assistenziale e ha sottolineato come la bozza di accordo collettivo nazionale preveda l'impegno delle regioni a mantenere gli attuali livelli occupazionali. Smi peraltro continua a sottolineare i rischi per le fasce deboli in particolare e per chiunque avrà come riferimento il solo pronto soccorso di fronte ad urgenze vere o presunte. Sono intanto partite nei giorni scorsi le trattative sui tavoli separati chiesti dai sindacati Fimmg e Snami.

I lavori sono stati impegnati nella illustrazione delle rispettive piattaforme per mettere la Sisac in condizione di riscrivere l'articolato dell'accordo nazionale. Il prossimo appuntamento per continuare il confronto è previsto giovedì 28 luglio. La dinamica dei tavoli separati avrebbe funzionato in questo modo: i funzionari regionali di Sisac incontrano a parte uno per uno i sindacati che hanno chiesto il tavolo separato, e insieme i sindacati restanti. Intanto, il sindacato Snami annuncia congresso nazionale tra il 13 e il 16 ottobre. Ce n'è abbastanza per pensare a una chiusura in autunno?

Dall'audizione di Pomo non sono uscite indicazioni verso una stretta imminente della trattativa ma solo indirizzi in base ai quali si prevede che le regioni massimizzeranno il lavoro dei loro medici convenzionati e ne differenzieranno l'organizzazione sulle 24 ore in considerazione delle necessità assistenziali differenti tra aree metropolitane, città di medie dimensioni ed aree a forte dispersione abitativa. Il coordinatore Sisac ha anche aggiunto che la realizzazione del ruolo unico e quindi il pieno utilizzo di tutti i medici convenzionati in tutte le attività territoriali è scelta obbligata se si pensa che entro i prossimi 15 anni andranno via i quattro quinti di Mmg e pediatri del territorio.

Mauro Miserendino