La rivolta dei medici: "Tagli e farmaci non si può lavorare"

Insicuri: non più liberi nella loro professione, carichi di lavoro, schiacciati da una logica di contenimento della spesa

domenica 05 novembre 2017


Corriere del Mezzogiorno

I medici baresi non ne possono più, e lo diranno pubblicamente venerdì prossimo, dalle 13 alle 17. Lo faranno davanti alla sede del consiglio regionale, in via Capruzzi, manifestando in difesa del diritto alla salute. Al loro fianco, il segretario del Pd e consigliere regionale, Marco Lacarra, il coordinatore e consigliere regionale di Direzione Italia, Francesco Ventola, e il capogruppo di Forza Italia in Consiglio, Nino Marmo. «È urgente e indispensabile convocare, nella commissione consiliare per la sanità - avverte Lacarra - un tavolo d'ascolto e confronto con la classe medica e le organizzazioni sindacali». Ribatte Marmo: «Manifesteremo non contro la Giunta  precisa anche a nome dei colleghi Giandomenico Gatta, Domenico Damasceni e Francesca Franzoso ma per il diritto alla salute». Mobilitazione barese, dunque, in linea con quella nazionale, come spiega in una lettera aperta alla categoria il presidente dell' Ordine di Bari, Filippo Anelli: "Le criticità che ogni giorno affrontiamo sono l'espressione di un consapevole approccio ideologico  premette teso a smantellare il ruolo sociale delle professioni intellettuali, per ridurle nell'alveo delle prestazioni tecniche, come quellainfermieristica". In sostanza, secondo Anelli, l'obiettivo è "eliminare la libertà e l'autonomia professionale, interpretate erroneamente come privilegi". Di contro, invece, non viene data risposta, "da parte della politica e dell'amministrazione sanitaria sostiene  alla richiesta di sicurezza. Drammatica è la situazione dei 'medici della notte', che svolgono la loro attività in sedi di guardia medica non idonee, ove non sono rispettate le più elementari norme di sicurezza". La questione, evidenzia il presidente dell'Ordine, è riconducibile ad un'azione politica che non coinvolge la classe medica. E "ha adottato provvedimenti che hanno portato ripercussioni neaative sulla tutela del diritto al- la salute dei cittadini pugliesi". Anelli si riferisce al "ridotto numero di posti letto, 1.800 in meno rispetto all'Emilia Romagna che conta lo stesso numero di abitanti della Puglia, e di addetti in sanità, 15 mila in meno rispetto all'Emilia Romagna. Queste carenze  afferma  hanno prodotto carichi di lavoro eccessivi per 0 personale dipendente e in particolare per i medici che non riescono pia a garantire in maniera ottimale l'assistenza". Su tutto questo grava la ripartizione del fondo sanitario nazionale che penalizza la Puglia. A seguire, i provvedimenti adottati dalla Regione per contenere la spesa, che limitano la liberà dei medici: "I provvedimenti  denuncia a questo proposito Anelli  vanno oltre il tema del semplice risparmio e condizionano addirittura la prescrizione del medico. Oggi nella nostra regione la prescrizione di farmaci per la cura delle patologie gastriche, ad esempio, è condizionata da un software che, oltre a violare la sfera privata del singolo cittadino, considera appropriata una terapia solo sulla base di un algoritmo e non rispetto al risultato di una visita medica". Disagi, limitazioni, sovraccarico di lavoro e insicurezza. I punti della protesta dei medici, raccolti nella lettera aperta di Anelli, verranno riproposti venerdì prossimo: "Il presidente Emiliano  conclude Filippo Anelli  ascolti gli appelli e le richieste che un'intera categoria gli rivolge su tematiche così rilevanti. Senza il contributo e l'apporto dei medici non ci potrà essere una sanità migliore"