Esame di abilitazione più snello: il Miur ci prova, il Consiglio di Stato lo "frena"

Il Consiglio di stato esprime perplessità sulla scelta dei quiz della prova d'esame e sulla regolamentazione dei tirocini

venerdì 06 aprile 2018

Doctor 33

Tre sessioni in un anno invece di due e inizio del tirocinio mentre si fa la tesi, più prova scritta unica anziché in due parti: il ministero dell'Istruzione lavora a una riforma dell'esame di abilitazione alla professione medico-chirurgica che abbrevi i tempi per arrivare al diploma e lo snellisca. Ha ascoltato il Consiglio Universitario Nazionale, la CNSU con i rappresentanti degli studenti, e la Federazione degli ordini (che, come gli studenti, ha proposto l'aumento delle sessioni). E ha presentato al consiglio di stato una bozza di decreto approvata in questi giorni con osservazioni sostanziali. 

Il nuovo decreto integrerebbe il 445/2001 che prevede due sessioni d'esame in corso d'anno e tirocinio trimestrale (due mesi in ospedale pubblico o Asl di cui uno a Medicina e uno a Chirurgia più un mese dal medico di famiglia) propedeutico a una prova in due atti, da farsi il giorno stesso, massimo due ore e mezza, dove si deve rispondere a 90 domande "teoriche" e 90 di "medicina pratica" e deontologia etc. Superano l'esame i laureati che rispondono a 60 domande in ogni set, al momento ci riescono 99 su 100, il test si vorrebbe rendere più aderente alla realtà. La proposta dunque è di non far estrarre più le 180 domande a risposta multipla, cinque possibilità per risposta, dalle 5 mila dell'archivio pubblico ma di rinnovarle di volta in volta dando un ruolo "creativo" alla commissione nominata dal ministero. Tale commissione è composta dal 2001 d due docenti ordinari (anche in pensione) e due associati, scelti metà dal Cun e metà dalla conferenza dei rettori, più quattro medici nominati dalla Fnomceo. E su questo punto interviene il consiglio di stato, spiegando che così facendo aumenterà il margine di errore e di contestazione degli esclusi. Il consiglio di stato interviene anche sulla proposta relativa al punteggio della prova, oggi ad ogni risposta esatta c'è un punto, chi non dà risposte prende zero punti, chi ne dà errate è penalizzato e perde 0,25 punti; il MiUr propone di parificare la risposta non data a quella errata, il consiglio di stato teme che ciò incoraggi i candidati a "buttarsi" magari rispondendo giusto, ma con un metodo che va "a detrimento dell'efficacia e della selettività della prova". 

Ma l'osservazione più "preoccupante" del collegio guidato da Gerardo Mastrandrea riguarda il tirocinio: il decreto consente di iniziarlo quando non è ancora finito il corso di laurea, anche questo accorgimento aiuterebbe il giovane medico a guadagnare qualche mese. I giudici replicano che l'attività di tirocinio nelle sedi andrebbe a sovrapporsi con l'attività sugli studenti delle cliniche, ma con contenuti diversi, e meglio sarebbe o posticiparlo a dopo la laurea o prolungarlo; inoltre il MiUr deve chiarire se, una volta entrato in vigore il decreto, siano ammissibili anche studenti che si siano già laureati. Inoltre il Ministero dovrà meglio chiarire che il candidato che non superi la prova può ripeterla nella sessione successiva. 


Mauro Miserendino