L’OMCeO: intitoliamo il nuovo Ponte dell’Asse nord sud a Paola Labriola

Il Consiglio dell’Ordine dei Medici di Bari ha fatto propria la proposta, avanzata da alcuni cittadini sulla stampa qualche giorno fa

domenica 04 settembre 2016

Per votare al sondaggio della Gazzetta del Mezzogiorno, clicca qui:

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/sondaggi/sondaggi/798869/ilnuovoponte.html

il Consiglio dell’Ordine dei Medici di Bari ha fatto propria la proposta, avanzata da alcuni cittadini sulla stampa qualche giorno fa di dedicare il nuovo Ponte dell’Asse Nord-Sud alla collega Paola Labriola, uccisa 3 anni fa un suo paziente nel Sim del quartiere Libertà.

Bari, 1 Settembre 2016. Sugli organi di informazione e sui social media i cittadini negli ultimi giorni hanno avanzato diverse proposte per il nome del nuovo ponte dell’Asse Nord-Sud. I membri del Consiglio dell’Ordine sono stati colpiti in particolare dall’idea di intitolarlo a Paola Labriola, collega psichiatra uccisa 3 anni fa da un suo paziente nel Sim del quartiere Libertà. E hanno deliberato di fare propria la proposta. 

Alla memoria di Paola Labriola, come martire della professione medica, l’OMCeO ha conferito il “Premio per la buona medicina 2013”. A lei ha intitolato inoltre una delle aule della sede di via Capruzzi, in omaggio al suo sacrificio. Il prossimo 15 settembre, in occasione del terzo anniversario della sua scomparsa, a lei l’Ordine dedicherà un concerto dell’Orchestra Sinfonica Metropolitana di Bari. 

Come medici crediamo che il sacrificio di Paola rappresenti un esempio eccezionale di dedizione alla propria missione e ai principi della deontologia che sempre dovrebbero guidare il nostro operato di medici. Ma al tempo stesso è rappresentativo delle condizioni difficili e pericolose in cui lavorano migliaia di colleghi che con passione e diligenza quotidianamente si impegnano per svolgere il proprio dovere e tutelare la salute dei cittadini. Nonostante tutto. 

Crediamo quindi che dedicare il nuovo ponte alla memoria di Paola Labriola possa essere non solo un omaggio allo spirito di sacrificio, alla dedizione, alla passione con cui si svolge il proprio lavoro, ma anche, come disse il marito di Paola, Vito Calabrese, un “fattore di protezione” sociale. La morte di Paola Labriola è stata infatti un trauma per l’intera comunità barese. “La testimonianza è un modo per rompere il silenzio a cui tendono ad essere confinate le atrocità umane, e condividere il dolore con gli altri […] Ricordarla diventa allora uno strumento per dare un senso ad una atrocità umana, che serve a noi oggi e alle generazioni future”. 

Il Governo sta valutando di conferire a Paola Labriola un riconoscimento ufficiale per il suo sacrificio. Crediamo che sarebbe bello e d’esempio per la collettività se anche Bari rendesse onore alla sua memoria con un gesto capace di rimanere, indelebile nel tempo. Il Ponte Paola Labriola sarà allora il nostro ponte verso il futuro di una città capace di solidarietà, spirito di sacrificio e coraggio di affrontare le difficoltà con un sorriso. Come era Paola.