I vaccini da 500mila euro presi dalla Asl Bari e mai usati

I MMG non sono stati coinvolti nella campagna vaccinale. I pazienti dovranno recarsi ai centri vaccinali. Informazioni scarse e frammentarie

sabato 05 maggio 2018

La Repubblica edizione Bari

Anna Puricella
L a campagna contro l'herpes zoster (il " fuoco di sant'Antonio") è stata prevista per gli over 65 ma non è pubblicizzata Ci sono migliaia di flaconcini di Zostavax nei depositi dell'Asl Bari. Cinquemila, secondo una deliberazione del direttore generale di settembre 2017, per una spesa complessiva di quasi 440mila euro Iva esclusa.

 Di quelle confezioni ne sono state usate dall'inizio dell'anno a oggi circa 15. Eppure quel medicinale è stata la grande novità del 2018 per la sanità in Puglia: è il vaccino anti- herpes zoster, entrato nei livelli essenziali di assistenza (i cosiddetti " lea") e perciò distribuito gratuitamente in tutta la regione dal servizio sanitario nazionale.

 Ha una platea ben precisa: persone che hanno compiuto 65 anni di età e over 50 già affetti da altre patologie (diabete mellito, malattie cardiovascolari, soggetti a terapie immunosoppressive). Con il vaccino possono evitare di contrarre l'herpes zoster, il fastidioso fuoco di Sant'Antonio, virale e temporaneamente invalidante. Ma la maggior parte dei pugliesi non sa che ora c'è un vaccino. Dovrebbero essere i medici di base a informarli e a fare la stessa iniezione in ambulatorio. Solo che non lo fanno. Finora si è proceduto in maniera disordinata.

 L'unica Asl ad avere un calendario di vaccinazioni è quella di Brindisi, che ha preso in carico la faccenda. « Anche Taranto e Foggia hanno già somministrato le prime dosi — fa sapere Ignazio Aprile, segretario generale Fimmg Puglia — associando quel vaccino a quello anti- influenzale. Ma se nel 2017 si è proceduto a macchia di leopardo, nel 2018 non sarà così: l'ultima Commissione vaccini ha validato il calendario dell'adulto, dove per prassi è previsto anche il vaccino per l'herpes zoster ».

Fatto sta che è maggio e la situazione è ancora poco definita. Chiamando un centro vaccinazioni di Bari l'operatrice ammette che « il vaccino è in commercio, ma non si sa se lo farà il medico curante o se lo stesso rimanderà all'Asl » . Una pratica che è diversa da quanto stabilito nel regolamento regionale e che è diventata prassi. «Noi abbiamo inviato lettere ai medici di medicina generale perché ci facessero richiesta delle dosi a loro necessarie — spiega Rosella Squicciarini, del dipartimento di Prevenzione dell'Asl Bari — Solo che invece di chiederci il vaccino, i medici hanno mandato i pazienti da noi.

Le richieste sono state pochissime, i pazienti che ci hanno mandato circa 15 » . Ci si rimpalla le responsabilità, quindi. « Doveva partire una campagna informativa che non è mai partita — ammette Filippo Anelli, presidente Fnomceo — ma non è stato fatto niente». Difficile calcolare quanti sono effettivamente interessati al vaccino. L'unica ad avere i numeri alla mano è ancora una volta l'Asl Brindisi: nella provincia si contano 845 casi di herpes zoster, con un budget stimato di quasi 268mila euro all'anno e una coorte di 65enni eleggibile per la vaccinazione 2017 di 4.841. Il resto è fatto di ipotesi: « Presumiamo che un medico che abbia mille assistiti avrà 20-25 persone interessate », ipotizza ancora Aprile. Ma se i medici di medicina generale volessero, potrebbero facilmente individuare fra i loro pazienti quelli interessati a difendersi dall'herpes zoster. E potrebbero fare richiesta all'Asl per avere le dosi di Zostavax. Proprio come accade ogni anno per il vaccino anti-antinfluenzale.