Ospedali, oggi ok al riordino poi uno scambio di poltrone

La giunta approva il Piano. Gorgoni va all'Ares, Ruscitti al Dipartimento

mercoledì 30 novembre 2016

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

MASSIMILIANO SCAGLIARINI • BARI. Gli emendamenti concordati e poi bocciati in commissione Sanità sono stati tutti recepiti, a partire da quelli che riguardano il polo oncologico infantile da realizzare a Taranto. Dopo un'ulteriore fase istruttoria necessaria a rispondere anche ai rilievi del tavolo ministeriale, stamattina la giunta regionale approverà in via definitiva il Piano di riordino sanitario. Tecnicamente si tratta di una ri-adozione, ma le sfumature amministrative in questo caso contano poco: è l'ok finale al documento che il presidente Michele Emiliano doveva trasmettere già da un mese a Roma per ottemperare ai vincoli imposti dal Dm 70. Giovedì scorso, infatti, al ministero dell'Economia la delegazione pugliese è stata accolta con una certa irritazione. Al tavolo di verifica sugli adempimenti è stato infatti fatto notare sia l'accumulo di un deficit rilevante per l'anno in corso (il dato tendenziale si aggira sui 150 milioni), sia - appunto - la mancata presentazione degli atti definitivi relativi al riordino nei tempi concordati. Una situazione che - secondo i tecnici ministeriali - potrebbe addirittura mettere in crisi quanto di buono fatto dalla Puglia sui Livelli essenziali di assistenza, con il forte recupero del 2015 che però potrebbe ben presto essere riassorbito. La partita del Piano sanitario ha avuto, come si ricorderà, una difficile gestazione politica, con lo «sgambetto» di Mino Borraccino (Noi a Sinistra) che portò al parere negativo in commissione, durante l'estate. Per questo, per non far cadere le modifiche che vennero concordate in sede politica con la struttura tecnica, è necessaria la ri-approvazione di oggi. L'impostazione del Piano, infatti, non si tocca, a partire dalla riconversione di 8 ospedali e dalla chiusura dei reparti «doppione», dei punti nascita che non raggiungono i livelli minimi, oltre agli accorpamenti funzionali per far fronte agli standard ministeriali. Un atto che ha anche un forte valore simbolico, perché segnerà anche il cambio della guardia alla guida del dipartimento Salute della Regione. Dopo poco più di un anno dall'insediamento, infatti, Giovanni Gorgoni lascerà il vertice dell'assessorato per passare a guidare l'Ares, l'agenzia per i servizi sanitari. Al suo posto, in Dipartimento, arriva Giancarlo Ruscitti, dal 1° settembre commissario straordinario dell'Agenzia ma fin dall'estate 2015 individuato da Emiliano come potenziale numero uno della struttura tecnica. «Non si tratta di una bocciatura del lavoro fin qui fatto da Gorgoni», spiegano infatti fonti vicine a Emiliano a proposito dell'av- vicendamento. Semplicemente, è la motivazione, il presidente fin dal principio aveva individuato Ruscitti per il ruolo di capo Dipartimento, ma il manager romano, veneziano di adozione, all'inizio della legislatura era alle prese con un procedimento penale. Una volta ottenuta l'assoluzione, Ruscitti è stato chiamato da Emiliano in Ares, peraltro con un gustoso retroscena: il decreto presidenziale di nomina, il 1° settembre, fufir mato al volo per bruciare sul tempo il presidente della Sardegna, Francesco Pigliaru, che quello stesso giorno aveva annunciato Ruscitti come direttore generale della sua Asl unica (in Sardegna non l'hanno presa bene). In questi 12 mesi Gorgoni ha avuto il compito, non facile, di re-impostare da zero il lavoro dell'assessorato, dando corpo alla richiesta di Emiliano di «dimenticare» il lavoro già fatto sul riordino nell'ultima fase della giunta Vendola. E infatti il manager salentino, chiamato in Regione dalla Asl Lecce, ha riscritto il piano con un approccio totalmente diverso da quello congelato per la campagna elettorale. E, soprattutto, in 12 mesi si è mostrato assolutamente sopra le parti, anche a costo di litigare con la politica. Ruscitti, che in passato ha guidato la sanità del Veneto ed ha esperienze nel mondo ospedaliero cattolico, fa parte a pieno titolo della cordata ciellina sempre molto forte al ministero della Salute. Tuttavia il suo riferimento a Roma, il direttore generale Renato Botti, ha appena lasciato Finca- rico (gli è stato contestato il pasticcio della campagna sul «fer-tility day») per andare a dirigere l'assessorato del Piemonte: al suo posto arriva Andrea Urbani ex sub-commissario in Calabria, targato Pd ma anche lui di provenienza CI. A Ruscitti, Emiliano chiede di portare a termine la partita del riordino con il minimo danno possibile.