Si rischia il ritorno della polio, preoccupazione nella Ue

Andriukaitis: "ogni anno nel mondo le vaccinazioni evitano una cifra stimata in 2,5 milioni di morti"

mercoledì 31 maggio 2017

Dott-Net

"Lo status di 'polio free' è a rischio, a causa della bassa immunità della popolazione e delle lacune di immunizzazione, anche nei paesi Ue". Il Commissario europeo per la salute, il cardiologo lituano Vytenis Andriukaitis è seriamente preoccupato. E, ancora, parlando al 'Workshop europeo sulla vaccinazione' a Bruxelles, ha tra l'altro osservato anche che "ogni anno nel mondo le vaccinazioni evitano una cifra stimata in 2,5 milioni di morti".

L'allerta rispetto al rischio del ritorno della polio nel nostro Paese era stata lanciata, nei mesi scorsi, anche dal presidente dell'Istituto superiore di sanità Walter Ricciardi, il quale aveva sottolineato come con il calo delle vaccinazioni obbligatorie è possibile che ci siano casi in Italia di polio o difterite, in aggiunta a quelli di pertosse e morbillo già presenti. Nel 2016, a Bologna è stato segnalato un caso di nodulo difterico, segno che il batterio, secondo Ricciardi, circola anche da noi. Le coperture vaccinali per questa malattia sono infatti scese sotto il 95% e questo fa venire meno l''effetto gregge' che determina una soglia di sicurezza.

I bimbi che muoiono per morbillo "spezzano il cuore", perché se è vero che dal 1980 i casi sono crollati "del 94%" è anche vero che "negli ultimi cinque anni ci sono stati limitati progressi verso l'eliminazione globale del morbillo" a causa di "miti e leggende" sulle vaccinazioni che vanno "abbattuti". Perché le campagne basate sulla paura per gli effetti collaterali portano una "esitazione" che ha conseguenze sulla salute pubblica ma anche sulle economie e provoca rischi enormi, tra cui anche quello del "ritorno della polio" in Europa, da dove era sparita nel 2002. E' il forte messaggio che Andriukaitis ha lanciato nel suo intervento al 'Workshop sulle vaccinazioni' che a Bruxelles ha riunito gli esperti della Commissione, della agenzia per i medicinali (Ema), del Centro per la prevenzione ed il controllo delle malattie (Ecdc), rappresentanti dei governi, dell'Oms, dell'Unicef e dei principali 'stakeholder' delle professioni mediche, delle organizzazioni di tutela dei pazienti, del mondo accademico e della comunità scientifica europei. 

Andriukaitis ha sottolineato che nel mondo ogni anno sono "100 milioni i bambini che vengono vaccinati contro malattie come la difterite, il tetano, la pertosse, la tubercolosi, la polio, il morbillo e l'epatite B" e che le campagne di vaccinazione "evitano una cifra stimata in 2,5 milioni di morti ogni anno nel mondo". Restando solo all'influenza stagionale e nella sola Unione Europea grazie ai vaccini si evitano "37.000 morti all'anno", anche se l'efficacia "non è del 100%" e soprattutto il vaccino viene effettivamente fatto da appena 80 milioni dei 180 mln di europei per i quali è prescritto.    Parlando da medico, il Commissario ha sottolineato che i vaccini servono, sono uno "strumento facile ed affidabile per la prevenzione" di epidemie che potrebbero essere "semplicemente evitate" con le adeguate campagne di vaccinazione, che sono utili "per la salute pubblica, a scopi umanitari e per le economie dei paesi":

"Per avere alti livelli di Pil è necessario avere alti tassi di vaccinazione per mantenere in salute le forza lavoro".    Le campagne contro le vaccinazioni, ha martellato, si fondano su "leggende" contro le quali "la risposta non può essere il silenzio" e che nascono dalla "sottovalutazione della gravità delle malattie coperte dai vaccini". Assieme al fatto che gli investimenti "non sono sufficienti", il risultato è che continuano a scoppiare epidemie di morbillo "in tutto il mondo, compresi molti paesi della Ue".    Ma l'allarme più grave riguarda la poliomielite, la malattia della paralisi infantile irreversibile, che in Europa era stata debellata 15 anni fa. "Nel 2002 l'Europa nel suo insieme era diventata 'polio free" ma, ha rimarcato Andriukaitis, "questo status di 'polio free' ora è a rischio, a causa della bassa immunità della popolazione e delle lacune di immunizzazione, anche nei paesi Ue".


Sono circa 5000 i bambini in Italia che ogni anno non vengono vaccinati contro malattie come poliomelite, difterite e tetano, e circa 10.000 non ricevono la profilassi all'età giusta contro morbillo e rosolia. Una situazione grave, anche rispetto alla poliomelite la cui minaccia era stata dichiarata come ormai cessata. Lo evidenziano i dati dell'Istituto superiore di Sanità, a conferma dell'allarme lanciato oggi dal Commissario europeo per la salute, Vytenis Andriukaitis, sul rischio del ritorno di tale malattia in Europa a causa delle basse coperture vaccinali. In Italia, secondo dati del ministero della Salute, le vaccinazioni sono infatti cresciute nel periodo 2000-2007, sono quindi rimaste stabili fino al 2012, e diminuite in modo preoccupate dal 2012 al 2014.