Fondo MMG in buona salute, lo dice il bilancio preventivo Enpam 2017

È di oltre 788 milioni di euro l’avanzo previsto dall’Enpam nel bilancio di previsione 2017

lunedì 09 gennaio 2017

Doctorsite.it

Si tratta di un dato certamente molto rassicurante, anche se leggermente inferiore rispetto a quello degli scorsi anni, in virtù del considerevole aumento della spesa per pensioni.

Con riferimento alla medicina generale, anche nel 2016 rimangono sostanzialmente stabili le entrate relative ai contributi versati dai professionisti che operano in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale.

A questo proposito, è il caso di ricordare le disposizioni normative (Decreto Legge 31 maggio 2010, n. 78 e Decreto Legge 6 luglio 2011, n. 98), che avevano esteso al personale convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale la sospensione, senza possibilità di recupero, delle procedure contrattuali e negoziali, determinando di fatto il blocco dei rinnovi dei contratti per il periodo 2010-2013, prorogato fino al 31 dicembre 2014. Sui medici di famiglia hanno avuto effetto anche tutte le disposizioni che nel medesimo periodo hanno limitato la crescita dei trattamenti economici, anche accessori, del personale delle pubbliche amministrazioni.

Queste disposizioni erano state ritenute applicabili dal Ministero dell’Economia e delle Finanze anche agli incrementi connessi all’erogazione dei fondi di ponderazione qualitativa delle quote capitarie.

La Corte Costituzionale, con sentenza n. 178/2015, ha comunque dichiarato l’illegittimità costituzionale sopravvenuta – dal giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della citata sentenza – del regime di blocco della contrattazione collettiva e, successivamente, la SISAC ha confermato la cessazione, dal 2015, anche del periodo di sospensione della rideterminazione dei citati istituti accessori.

Come ben noto, sono ancora in corso le trattative per il rinnovo della convenzione dei medici di medicina generale, sotto l’occhio attento dell’Enpam, preoccupata per l’andamento del flusso contributivo.

Ulteriore elemento che potrebbe aver inciso sul limitato incremento delle entrate contributive potrebbe essere il fatto che l’imponibile reddituale dei professionisti che cessano l’attività è maggiore rispetto a quello dei nuovi contribuenti che li sostituiscono, ai quali non vengono riconosciute voci contrattuali, di cui invece i più anziani beneficiavano, come appunto la quota di ponderazione.

Sul versante delle uscite, si registra un considerevole incremento dei nuovi pensionati. In particolare, al 31 agosto 2016, risulta un aumento dei nuovi trattamenti del 32% rispetto allo stesso periodo del 2015.

Per il prossimo anno, considerato che, secondo un trend piuttosto costante negli ultimi anni, su tre pensionati, due vanno in pensione di vecchiaia ed uno in pensione anticipata, si presume che, in seguito all’aumento della classe pensionabile (nel 2017 ci vorranno 67 anni e mezzo per il trattamento di vecchiaia), ci sarà un ulteriore aumento della spesa, con un incremento del 12,42% rispetto al 2016.

Ciononostante il saldo fra entrate uscite dovrebbe continuare a mantenersi positivo: per il 2017, a fronte di un gettito contributivo di 1,151 miliardi, la spesa previdenziale dovrebbe fermarsi a poco più di 955 milioni.