Pediatri di base negli ospedali "Così fermeremo assalti e ricoveri"

Il modello Bat ogni weekend a partire dall'estate in 23 strutture pugliesi. A Bari i presidi al Giovanni XXIII e al San Paolo. Bando per 46 medici

martedì 14 febbraio 2017

REPUBBLICA BARI - SILVIA DIPINTO NELLE cinque postazioni della provincia Bat la sperimentazione ha funzionato così bene da azzerare gli accessi totali dei codici bianchi al pronto soccorso dei bambini. Un pediatra e un infermiere, a lavoro nei giorni festivi e prefestivi, sabato e domenica, dalle 8 alle 20 in locali attigui alle strutture di emergenza. Per filtrare gli accessi dei più piccoli, trasferendo al pronto soccorso solo i casi più gravi e le situazioni davvero problematiche. Risultato: tempi d'attesa dimezzati e solo 600 pazienti junior su 20mila, passati nel 2015 dal pediatra ai medici del pronto soccorso, con i ricoveri diminuiti del 18 per cento. Dietro l'acronimo «Scap», il Servizio di consulenza pediatrica ambulatoriale, si nasconde una buona pratica nata nel 2012 nella Asi Bat e dal prossimo maggio estesa a tutta la Puglia. Ventitré postazioni e quarantasei giovani pediatri (meglio se precari), da ingaggiare per snellire le code ai pronto soccorso pediatrici ed evitare le continue tensioni di mamme e papà, che più volte sono arrivati a chiedere l'intervento della polizia negli ospedali. «La sperimentazione nella Asi Bat ha dato risultati sorprendenti - ricorda il vicepresidente nazionale della Federazione italiana medici pediatri, Luigi Nigri - ecco perché per un anno proviamo a estendere il programma all'intera regione, già prevedendo eventuali correttivi in corso d'opera e un ulteriore ampliamento delle sedi». Prima i protocolli d'intesa con le Asi, che dovranno aprire i bandi per reclutare i pediatri e gli infermieri. «Saranno favoriti i giovani che non hanno ancora le convenzioni, ma anche chi vorrà proporsi volontariamente - continua Nigri - e già la metà dei colleghi ha mostrato interesse per la novità». Poi, prima dell'estate, l'apertura delle postazioni in locali dedicati (già individuati), per rispondere all'esigenza dei genitori di trovare un pediatra disponibile anche il sabato e la domenica, evitando la promiscuità del pronto soccorso per adulti o la preparazione non sempre specifica della guardia medica. «Stare dentro all'ospedale serve anche ai medici Scap, perché quando ci sono casi gravi possono essere trasferiti direttamente al pronto soccorso, evitando le attese e l'intervento del 118». Il costo dell'operazione è di 155mila euro all'anno per postazione, per pagare ( con fattura sulla base delle ore di servizio) i lavoratori. «Nei fatti una spesa di poco superiore a quella di un medico di secondo livello », fa notare il direttore del dipartimento regionale Politiche della salute, Giancarlo Ruscitti. Il servizio Scap sarà erogato presso le strutture ospedaliere già in possesso dell'Unità operativa di pediatria e nei comuni con popolazione superiore a 50mila abitanti. Le sedi quindi previste sono 23: sette per l' Asi Bari (San Paolo e Giovanni XXIII a Bari, Altamura, Monopoli, Corato, Molfetta e Bitonto), cinque per !'Asi Bat (Barletta, Andria, Bisceglie, Trani e Canosa), due per !'Asi Brindisi (Brindisi e Francavilla), tre per !'Asi Lecce (Lecce, Gallipoli e Scorrano), due per !'Asi Taranto (Taranto e Martina Franca) e quattro per l' Asi Foggia (Foggia, San Severo, Cerignola e Manfredonia). «A Taranto stiamo lavorando per avere un punto anche al Tamburi - conferma Nigri - così come potrebbe raddoppiare la postazione barese del Giovanni XXIII». Non solo bambini, tra le priorità del governo regionale. Il prossimo step è firmare l'accordo coi medici di base per ridurre i ricoveri inappropriati degli over 65. «Dobbiamo lavorare sulle patologie croniche - anticipa Ruscitti - e chiedere ai medici, soprattutto se già associati e affiancati da infermieri, di stringere coi pazienti un patto di cura». Già 580 (su 3.500) i professionisti potenzialmente in grado di garantire un controllo costante diagnostico e terapeutico sui pazienti più anziani, che eviteranno così di ricorrere all'ospedale per analisi e cure. «Il riconoscimento non sarà in soldi, ma in termini di infermieri e assistenti di studio», conferma Ruscitti. Intanto oggi arriva in giunta la delibera per razionalizzare la spesa farmaceutica, che dovrà consentire di risparmiare decine di milioni di euro. Ai medici sarà chiesto (pena sanzioni) di prescrivere farmaci equivalenti ma meno costosi. «Si può considerare inappropriato l'uso di qualunque antibiotico per influenza o raffreddore, così come di fluorochinoloni per faringite e tonsillite», è solo uno dei passaggi del testo con l'elenco dei farmaci finiti nella black list.