La Corte dei conti chiede i danni agli ex imputati della Farmatruffa

Condanne in primo grado, reati poi prescritti in appello nell’inchiesta su medici, informatori e farmacisti

sabato 19 luglio 2014

 

 

GABRIELLA DE MATTEIS   (Repubblica Bari)

In primo grado erano stati condannati: 77 tra medici, farmacisti e informatori scientifici coinvolti nello scandalo della farmatruffa. Nel processo di secondo grado, però, la Corte di Appello aveva dichiarato la prescrizione dei reati. Ora la Corte dei Conti chiede agli imputati di pagare somme di denaro che corrispondono al danno che avrebbero causato al sistema sanitario nazionale.

I giudici contabili, di fatto, si basano sulla sentenza di primo grado, pronunciata il 14 ottobre del 2010: per quasi tutti gli imputati erano arrivate condanne comprese tra i sei mesi e i 7 anni, oltre a quelle per il risarcimento del danno. Ma la giustizia penale non è andata oltre perché nel febbraio del 2013 i giudici della Corte di Appello hanno dichiarato la prescrizione dei reati, revocando anche le provvisionali, come quella alla Regione di 600mila euro.

La Corte dei Conti, ora, ha avviato azioni di recupero nei confronti di ciascuno degli imputati per il danno causato al sistema sanitario nazionale e di fatto quantificato nella sentenza di primo grado. Ad un farmacista, ad esempio, i giudici contabili hanno chiesto 60mila euro. Le sentenze della Corte dei Conti non riguardano per il momento i pochi imputati che rinunciando alla prescrizione hanno fatto ricorso in Cassazione e sono per questo in attesa di una pronuncia. Secondo l’accusa, capi area e informatori scientifici di case farmaceutiche, medici di base e farmacisti avrebbero, attraverso un giro di false ricette, intascato i soldi dei rimborsi per farmaci costosi.

Alcune confezioni di medicinali sarebbero state gettate nell’immondizia. Alla Regione Puglia, al termine del procedimento che vedeva sul banco degli imputati le case farmaceutiche, sono stati liquidati tre milioni e duecento mila euro. L’Avvocatura regionale e l’Area Politiche per la Salute stanno ora verificando la possibilità di intraprendere eventuali nuove azioni di risarcimento, non prima, però, spiegano, di aver consultato la Procura Regionale della Corte dei Conti «per evitare duplicazioni di richieste».