Stato agitazione medici Fimmg illegittimo secondo la Regione

“I medici di base – spiega l’assessore – possono fare sciopero, ma non ostruzionismo

lunedì 18 febbraio 2013

La protesta dei medici di base della Fimmg è illegittima. Lo stato di agitazione proclamato, con la conseguente sospensione dell’invio delle “ricette elettroniche” è inammissibile secondo la legge sullo sciopero nei pubblici servizi. E’ questa la posizione dell’assessore alle Politiche della Salute della Regione Puglia

La Regione ha già scritto ai Prefetti e alla Commissione di garanzia sulla legge dello sciopero nei servizi pubblici essenziali, contestando le modalità di attuazione dello stato di agitazione della Fimmg.

“I medici di base – spiega l’assessore – possono fare sciopero, ma non ostruzionismo, violando precisi accordi e codici di autoregolamentazione”. “Lo stato di agitazione- prosegue - apparentemente motivato da questioni generali sulle quali c’è sempre stato dialogo e che vede puntuali forme di consultazione, sembra infatti essere motivato da una nota della Regione Puglia con la quale si dispone che i medici di base impegnati in attività sindacale, debbano provvedere direttamente al pagamento dei propri sostituti per le ore di lavoro, come peraltro previsto da una sentenza del giudice del lavoro, recepita dal Sisac (la struttura interregionale dei sanitari convenzionati), cui devono adeguarsi tutte le Regioni italiane”.

Sulle questioni generali sollevate dal sindacato, si sottolinea ancora che la Regione ha già sottoscritto “il più avanzato accordo integrativo fra Regioni e medici di medicina generale in Italia”, così come definito dal segretario regionale della Fimmg. L’accordo ha fatto sperimentare in Puglia avanzate forme di assistenza ai cittadini nei territori, attraverso l’aggregazione dei medici di base, una formula che oggi il ministro Balduzzi vuole estendere a tutto il sistema sanitario regionale.

Pertanto, la questione si basa su fatti che non hanno alcuna relazione con l’Assessorato, né con l’assistenza ai cittadini, né con la programmazione sanitaria regionale.

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