Bari, Pronto Soccorso affollati. I primari: Il servizio di Guardia Medica non funziona

Alessandra Morgese: Il quotidiano italiano

venerdì 04 gennaio 2013

BARI – Il pagamento del ticket per le patologie classificate con codice bianco o verde non ha fatto desistere le centinaia di pazienti che, pur potendo essere visitati dal medico di famiglia o dalla Guardia Medica, hanno preso d’assalto in questi giorni i Pronto Soccorso del Policlinico, del Di Venere e del San Paolo di Bari. Cause: i problemi intestinali dovuti alle grandi mangiate dei giorni di festa, l’uso improprio dei botti di Capodanno e il riaffiorare dei virus influenzali. A rendere ancor più complicato il lavoro dei medici ospedalieri, poi, è anche la carenza di posti letto e personale medico-sanitario.

Al Policlinico, in particolare, secondo quanto raccontato dal primario Francesco Stea, in otto giorni ci sono stati 1.984 accessi di pazienti. Stea dà la colpa ai medici della continuità assistenziale: la Guardia Medica.

«La guardia medica in questi giorni cosa fa? – accusa il primario – Bisognerebbe riorganizzare il servizio di assistenza domiciliare e magari collegarlo al 118. Così com’è non funziona. E nei Pronto Soccorso arrivano pazienti che potevano benissimo essere curati anche a casa dai medici di famiglia e dalla guardia medica».

A Stea fa eco il primario dell’ospedale Di Venere di Carbonara, il quale lamenta:

«C’è poca disponibilità ricettiva sul territorio. Sono stati tagliati molti posti letto e le alternative per il momento non si vedono. Una di queste potrebbe essere la guardia medica, se soltanto si riuscisse a riorganizzarla».

La situazione non è diversa al San Paolo, dove, secondo quanto affermato dal direttore del Pronto Soccorso Antonio Martiradonna, “in questi ultimi giorni abbiamo una media di 170 ingressi al giorno, mentre la media nell’anno è di 130 accessi”. Riguardo il ruolo della Guardia Medica e dei medici di famiglia, Martiradonna ha dichiarato:

«Questa è una lamentela che mi è stata anche riferita dalla centrale del 118. È in atto una sorta di ‘rivolta’ contro i medici di base, ma non me la sento di sottoscriverla. È l’intera organizzazione che deve essere rivista e integrata».

Alle parole di accusa dei medici degli ospedali del capoluogo pugliese hanno risposto i loro colleghi della continuità assistenziale, considerati capri espiatori del sovraffollamento dei Pronto Soccorso e dei corridoi dei nosocomi baresi:

«Scaricare le responsabilità sui medici è sbagliato – sostiene Nicola Calabrese, segretario regionale della Fimmg (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale) – abbiamo 250 sedi in tutta la Puglia, una cinquantina solo nella Asl Bari. Il servizio di guardia medica sostituisce il lavoro dei medici di famiglia nelle ore serali. Noi lavoriamo in situazioni a rischio».

«Le critiche degli ospedalieri mi sembrano ingenerose nei confronti di quei medici che svolgono ogni giorno il loro dovere», conferma infine Filippo Anelli, presidente dell’Ordine dei medici di Bari.

4 gennaio 2013

Alessandra Morgese


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