Atto di indirizzo, Fimmg: da vaccini a cronicità nuovi compiti a Mmg in cambio di risorse

Contatti informali tra sindacati e Regioni ci sarebbero stati nei giorni scorsi.

martedì 13 giugno 2017

Doctor 33

Nuovi compiti vaccinali, nuova gestione delle cronicità, coordinamento tra medici del territorio: questi i compiti delle aggregazioni funzionali su cui convergono Fimmg per i medici di famiglia e gli altri sindacati leader, che dovrebbero ottenere dalle Regioni un quinto atto di indirizzo, forse quello giusto per ottenere poi la convenzione. Contatti informali tra sindacati e Regioni ci sarebbero stati nei giorni scorsi. Oggi è in programma una Segreteria Congiunta dei medici di famiglia Fimmg, dei pediatri Fimp e degli specialisti ambulatoriali Sumai e domani è convocato il Consiglio Nazionale Fimmg. I sindacati si aspettano a breve un nuovo via ai tavoli convenzionali, magari confidando sull'allontanarsi dei venti di crisi che soffiavano sul governo una settimana fa quando pareva approssimarsi la riforma elettorale. Gli stessi giorni il segretario Fimmg Silvestro Scotti aveva proposto alle regioni per i Mmg un nuovo ruolo e nuove responsabilità sulle pratiche e coperture vaccinali alla luce dell'obbligo introdotto dal decreto legge e della successiva divisione per classi d'età degli infrasedicenni. Aveva inoltre proposto un coordinamento con pediatri di libera scelta e i servizi di prevenzione vaccinale "come previsto nel decreto sui livelli essenziali di assistenza". Pronta la risposta positiva del presidente degli assessori alla salute Antonino Saitta. 

A DoctorNews Fiorenzo Corti responsabile comunicazione Fimmg puntualizza che non è solo il decreto legge sui vaccini ad aver spinto i medici a chiedere di velocizzare i tempi per la convenzione. «Si dovrà parlare, nel nuovo accordo, anche delle competenze del medico di medicina generale che andranno maturando nel contesto della gestione delle cronicità, e dell'adeguamento economico della retribuzione previsto del resto nel nuovo atto di indirizzo per tutto il pubblico impiego e che per analogia va esteso alla medicina convenzionata, come da indirizzo governativo». Se tutto andasse in porto si tratterebbe della quinta versione dell'atto di indirizzo. La prima del 2011, con i contratti bloccati dal 2010, introduceva l'obbligo per tutti i Mmg di entrare nelle aggregazioni funzionali territoriali con un coordinatore e nelle unità complesse di cure primarie; i contenuti erano sposati dalla legge Balduzzi, ma nel 2013 proprio per adattarsi alla legge un nuovo atto prevedeva le modalità per arrivare alle aggregazioni funzionali e alla copertura H24 dei medici di medicina generale, di famiglia e continuità assistenziale. Le risorse delle medicine di gruppo sarebbero dovute confluire nelle nuove aggregazioni che però non nascevano dallo sforzo organizzativo dei medici e non premiavano chi più aveva dato; e si prevedevano penalizzazioni ove non si fossero firmati gli accordi regionali a sei mesi da quello nazionale che doveva essere tassativamente siglato a maggio 2014. I sindacati a inizio 2014 ottennero una revisione affinché con l'avvento delle Aft i medici di gruppo non perdessero le risorse con le quali avevano organizzato i propri servizi per gli assistiti, e siamo al terzo atto. 

Il quarto è arrivato nel 2015, con Vincenzo Pomo nuovo coordinatore Sisac si è confermato l'indirizzo del precedente atto sugli emolumenti e s'è introdotto il concetto di assistenza H16, dalle 8 alle 24 a carico della medicina generale, ovvero calibrata sulle necessità territoriali. Su questo tema e sulle risorse i sindacati si sono poi spaccati, per alcuni ci sarebbero voluti ulteriori investimenti nel Fondo sanitario, per altri bisognava leggere nelle maglie delle leggi vigenti, e in effetti l'accordo tra il ministro della Pa e i sindacati di novembre li ha trovati per la dipendenza. Il leader Fimmg Silvestro Scotti che li sollecitava per la nuova convenzione li ha ottenuti e ora, all'insegna del "sì" alle sue ulteriori richieste, sembra riaprirsi il dialogo con le regioni. Corti prende atto «della grande disponibilità delle regioni a intervenire su questo capitolo, è chiaro che ove così non fosse se ne prenderanno la responsabilità, la categoria non potrà stare a guardare». 


Mauro Miserendino