Fascicolo sanitario, si apre il dibattito su chi deve raccogliere il consenso tra Asl e Mmg

La FIMMG chiede un percorso semplificato per la raccolta del consenso negli studi dei medici di base.

mercoledì 19 luglio 2017

Doctor 33

«Chi ha detto che con il nuovo regolamento europeo tocca ai medici di famiglia raccogliere il consenso dei pazienti per alimentare il fascicolo sanitario online? Si tratta di un processo macchinoso e pericoloso e nulla impedisce di affidarsi al rapporto diretto tra paziente e sportello, anche informatizzato, dell'azienda sanitaria». Sul Fse si apre un dibattito nel mondo sindacale. Franco Del Zotti direttore di Netaudit, network informatico di servizi alla medicina generale, replica a dichiarazioni rese a DoctorNews da Paolo Misericordia, responsabile informatico del sindacato, che chiede un percorso semplificato per la raccolta del consenso negli studi dei medici di base. La richiesta è a governo e regioni ma rimbalza sull'Unione Europea visto che sta per entrare in vigore anche in Italia (nel 2018) il regolamento sul trattamento dei dati personali che sostituirà il codice della privacy del 2003. Per Misericordia, il medico di famiglia avrebbe bisogno di un metodo di raccolta semplificato, di affiggere un cartello in sala d'attesa come avvenne all'indomani dell'approvazione del Codice e di attendere un eventuale "no" del paziente per considerarsi "non autorizzato" a trattare i suoi dati. «Ove invece per attivare il Fse ci volesse una firma da raccogliere assistito per assistito -avverte Misericordia su DoctorNews- ci aspetterebbe un compito enormemente macchinoso, anche pensando ai nostri utenti impossibilitati a venire in studio».

Del Zotti replica che il cartello in studio è un rischio, al termine di un ragionamento in cui distingue nettamente il Fascicolo sanitario dalla scheda assistito: «Nel 2003 il Codice della Privacy ci autorizzò a una raccolta semplificata di consensi di dati relativi alla nostra scheda assistito, dati che tutt'al più potevano circolare tra i medici componenti di un gruppo o di una rete. I tempi sono cambiati; i pazienti con il Fse potranno fruire di prestazioni anche in altri paesi d'Europa. Tanti operatori leggeranno quei dati. Dare l'informativa su una filiera di operatori così complessa è onere che il medico di famiglia non ha il tempo di attuare, ma le responsabilità sottese da quell'onere non sono "scavalcabili" con un semplice cartello e un silenzio-assenso del paziente». «Il Fse -ricorda Del Zotti- è trattato da tutti gli operatori che vengono in contatto con il paziente. Al medico resta una testimonianza della storia sanitaria del suo assistito, quel patient summary da conferire nel Fascicolo sanitario, ancora tutto da normare, e per il quale bisognerà valutare una corresponsabilizzazione del cittadino, affinché non si persegua giudiziariamente il solo medico in caso di omissioni che con un controllo a quattr'occhi avrebbero potuto essere evitate».

«Dev'essere il cittadino a dialogare con il Fascicolo elettronico direttamente», conclude Del Zotti. «A tal scopo, potrebbe rilasciare un consenso digitale all'Amministrazione della sua regione o un consenso cartaceo al Distretto Asl, dopo esser stato preventivamente informato dagli operatori (non dai medici, che fanno altro) del percorso che potranno fare i suoi dati. Il click fatto dal medico di famiglia sul suo gestionale -strada intrapresa in Veneto e, mi dicono, in Lazio -prende tempo e comporta rischi legali; il medico infatti deve dimostrare di aver dato un'informativa completa e complessa su dove vanno i dati sanitari e chi li tratta; né può più funzionare una delega raccolta per via indiretta, una situazione in cui la regione - a sua volta abilitata dal regolamento Ue - autorizza il medico ad affiggere un cartello in studio secondo il quale il paziente acconsente al trattamento dei suoi dati nel Fse a meno che non esprima il proprio dissenso: nessuna legge prevede esplicitamente questa delega e anche quando lo facesse confliggerebbe con le norme giuridiche e del Codice deontologico che vincolano il medico al segreto».