Caos 118 Bari, nuovi turni: è rivolta dopo il diktat Dibello

La decisione dopo le richieste di risarcimento straordinario avanzate da alcuni dipendenti

domenica 12 febbraio 2017

In questi anni di inchieste sulla cronica malattia del sistema 118 barese, abbiamo appurato che le proteste e le iniziative dei singoli sono più efficaci delle leggi. Alla vigilia dell’affidamento delle postazioni baresi del servizio di emergenza-urgenza alle associazioni di volontariato fino al 2020, il bubbone sta finalmente scoppiando e potrebbe costare caro al coordinatore ad intermim Antonio Dibello.

Il dieci febbraio scorso, Dibello ha firmato un provvedimento che ha fatto scoppiare la rivoluzione. Dal primo marzo, infatti, cambiano i turni del comparto. Al Coordinamento 8/14 e 14/20, così come nei punti di primo intervento h12. La vera rivoluzione è stata determinata a bordo delle ambulanze e nei punti di primo intervento h24. I nuovi turni sono 6/14, 14/22 e 22/6. Ma perché? A stabilirlo è lo stesso Dibello, più volte al centro delle polemiche per le sua scelte opinabili.
 
“Tutto al fine di non incorrere in ulteriori contenziosi”. Il coordinatore ammette che per la sua gestione ci sono stati dei contenziosi, oltre ai blitz della Guardia di Finanza. A costringere Dibello sarebbero stati due dipendenti del 118, chidendo alla Asl un risarcimento per tutte le ore di straordinario accumulate negli ultimi otto anni di servizio. La cosa avrebbe fatto tremare le ginocchia ai piani alti della Asl di Bari. Sì, perché se moltiplichiamo la richiesta dei due per tutti i dipendenti nelle stesse condizioni, è facile percepire le dimenisioni del problema.

La faccenda non è sfuggita alla Federazione dei Sindacati Indipendenti (FSI), che ha chiesto un incontro urgente al coordinatore del 118 Dibello e al direttore generale della Asl barese Vito Montanaro. “Nelle more dell’incontro, anche ad horas – tuona il segretario territoriale di Bari, Francesco Balducci – si chiede di sospendere gli effetti della dispozione, che ha importanti ricadute sul personale interessato”. I problemi sono tanti e tutti molto delicati, come quello relativo ai 35 autisti delle postazioni che finora facevano capo alla Asl e che adesso saranno affidate alle associazioni.

Sembra quasi che il riordino, che non ha tenuto debitamente conto del 118, adesso abbia l’unico obiettivo di ricollocare questo personale e non di pensare a migliorare il servizio all’utenza. La difesa d’ufficio del presidente ed assessore regionale alla Sanità, Michele Emiliano, a questo punto appare ancor meno convincente. Sembra, secondo alcune indiscrezioni, che i 35 dovrebbero essere messi in ferie forzate per una quindicina di giorni, tanto da non essere stati inseriti nei turni di marzo. A quel punto sarebbero riprese le automediche adesso in uso all’ADI e riconvertite per tornare in servizio al 118. A poco più di due settimane dalla partenza del “nuovo corso”, non si sa che fine debba fare il personale. Il segnale di una gestione a vista, senza una visione generale. A questo punto dovrebbe essere già tutto stabilito, in modo da partire col piede giusto.

Fermo restando, poi, che in tutto il baillame a Gravina a bordo dell’ambulanza è stato tolto il medico, ci sono aperte le questioni relative all’assegnazione tardiva di Grumo e soprattutto di Bari piazza Moro. Una delle associazioni escluse ha presentato ricorso gerarchico, non solo per rientrare in corsa, ma avere l’affidamento di piazza Moro, essendo stata l’unica a concorrere per quella postazione.

A proposito di Gravina, Balducci è perentorio. “È vero che è più vicina all’ospedale della Murgia – spiega – ma non si può lasciare una comunità di 45mila persone, 120mila se si considerano anche le popolazioni di Poggiorsini ed Altamura, con una sola ambulanza medicalizzata. Ci sono patologie che meritano interventi tempestivi e questa scelta espone una comunità così numerosa a rischi incomprensibili”. Il paradosso sta proprio nel fatto che la Puglia, con i suoi 530 medici abilitati all’emergenza-urgenza, è tra le più medicalizzate d’Italia.

Proprio adesso che la Asl pensava di essersi scaricata il problema del 118, affidando tutto alle associazioni, tutti i nodi stanno venendo al pettine.