Fimmg: pari dignità tra specializzandi e Mmg in formazione

Milillo: nell'art.22 patto della salute, vi è “l’assenza di disposizioni in merito alla rete formativa territoriale per la Medicina Generale”.

giovedì 22 gennaio 2015

Dott-Net

I medici di famiglia in formazione vogliono pari dignità con i colleghi specializzandi”. È quanto sostiene la Fimmg che in una nota evidenzia come nella bozza di del disegno di legge delega in materia di gestione e sviluppo delle risorse umane ex art.22 patto della salute, vi è “l’assenza di disposizioni in merito alla rete formativa territoriale per la Medicina Generale”. 

“E' stata di recente divulgata la bozza del Ddl delega in materia di gestione e sviluppo delle risorse umane ex art.22 patto della salute – si legge nel comunicato - che prevede la presenza nel percorso formativo di attività professionalizzanti da esplicare nei luoghi dove si svolgerà l'attività lavorativa del futuro specialista. Prendiamo atto con viva preoccupazione dell’assenza di disposizioni in merito alla rete formativa territoriale per la Medicina Generale e non comprendiamo per quale ragione le stesse attività professionalizzanti non siano previste per i medici del corso di formazione specifica in medicina generale”.
 
“Se ciò fosse confermato – si sottolinea nel comunicato -  rappresenterebbe oltre che l’ennesima prova della scarsa considerazione riservata ai professionisti del Territorio, anche una palese violazione della legge 189/2012 (art.1 comma 5) che invece prevede ‘ai fini della formazione specifica in medicina generale, l'attività remunerata svolta dai medici in formazione presso i servizi dell'azienda sanitaria e della medicina convenzionata’.Tutto ciò appare ancora più paradossale se si considera che la Legge stessa prevede che tale attività formativa debba essere realizzata ‘senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica’”.

 
Per la Fimmg “così come si ritiene che la formazione specialistica debba svolgersi in strutture scelte ‘in coerenza con le finalità formative’ e debba prevedere ‘l’assunzione graduale di responsabilità assistenziali’ sia altrettanto appropriato prevedere che, analogamente, i medici di medicina generale in formazione debbano svolgere attività formative professionalizzanti nelle strutture del Territorio che rappresentano la realtà assistenziale nella quale svolgeranno la loro futura attività professionale”.
 
“Attendiamo dal Tavolo politico – conclude la nota - , cui il Patto della Salute ha demandato l’attuazione del disposto legislativo attraverso specifiche soluzioni normative, una risposta solutiva. In caso contrario non esiteremo ad opporci a tale omissione presso le opportune sedi istituzionali (e politiche) con tutti gli strumenti che le leggi (e la democrazia) mettono a nostra disposizione”.