Medicina generale, oggi test per specializzazione. Zonno: posti non sufficienti

Posti insufficienti e distribuiti in maniera arbitraria nelle varie regioni

mercoledì 17 settembre 2014

Doctor 33

Sono 990 le borse di studio messe a disposizione per il corso di formazione specifica in Medicina generale, il cui test di ammissione si svolge oggi. «Quest’anno parteciperanno più persone rispetto agli anni scorsi perché è stato ritardato il giorno dell’esame di specializzazione» fa notare la coordinatrice nazionale di Fimmg Formazione Giulia Zonno «inoltre, con il provvedimento emanato dal governo, sarà possibile recuperare persone che sono in graduatoria ma che sono rimaste escluse».
 Zonno si riferisce a coloro che, partecipando e vincendo sia il concorso per la formazione in Medicina generale che quello di specialità, optassero per quest’ultimo: in questo caso si libererebbero dei posti, che verrebbero però recuperati da chi è nelle posizioni successive della graduatoria: «è il provvedimento che consente lo scorrimento entro i 60 giorni dall’emissione della graduatoria ed è sicuramente una cosa buona, perché in questo modo non verranno perse borse di studio». 

Ma non tutte le notizie sono positive, perché secondo Fimmg i posti messi a disposizione non sono sufficienti. «Ormai da anni sono al di sotto del fabbisogno e soprattutto, come ripetiamo da tempo, sono distribuiti in maniera arbitraria tra le varie Regioni».

Nell’Italia settentrionale, la carenza di medici di Medicina generale è un problema e, proprio nei giorni scorsi, l’indagine statistica dei settori Formazione e continuità assistenziale di Fimmg Piemonte ha denunciato che da qui al 2024 si avrà un saldo negativo di 1530 medici, per circa due milioni di pazienti.

«Ogni anno il concorso conferma sostanzialmente gli stessi posti dell’anno precedente e – ribadisce Zonno - se proprio non si possono aumentare, che almeno si distribuiscano in modo diverso».
Riguardo alla carenza attuale, Fimmg Formazione ha proposto di «abbreviare i tempi per la creazione della graduatoria; questo permetterebbe, nelle Regioni dove c’è più carenza, di lavorare subito dopo il corso senza rimanere a spasso per un anno».

Renato Torlaschi