Scintille sui distacchi sindacali l’assessore accusa - I medici confermato sciopero

Guerra tra Ettore Attolini e l’organizzazione di categoria (Repubblica Bari)

mercoledì 20 febbraio 2013

La protesta

NON si ferma la polemica tra Regione e medici di base. Dopo la decisione dell’assessore alla Sanità, Ettore Attolini, di definire «inammissibile » il prossimo sciopero dei medici di famiglia, la Fimmg Puglia chiede le dimissioni dell’assessore e conferma lo sciopero. All’origine della polemica c’è la decisione del sindacato di protestare «per la mancata attivazione dei servizi territoriali, ormai indispensabili all’indomani della chiusura degli ospedali».

Per questo nei giorni scorsi i medici hanno stabilito uno sciopero in data da destinarsi da attuare sospendendo l’invio delle ricette elettroniche. «Lo stato di agitazione — ha affermato l’assessore Attolini — sembra infatti essere motivato da una nota della Regione Puglia con la quale si dispone che i medici di base impegnati in attività sindacale, debbano provvedere direttamente al pagamento dei propri sostituti per le ore di lavoro, come peraltro previsto da una sentenza del giudice del lavoro, recepita dal Sisac».

Intanto vengono fuori le prime cifre sull’entità dei rimborsi che la Regione ha pagato alla categoria fino allo scorso anno per garantire l’attività sindacale dei medici di famiglia. Questi ultimi avevano diritto ad ottenere rimborsi di 20 euro all’ora per novanta ore mensili. Si tratta di 1800 euro al mese, che in un anno diventavano 22mila euro per ogni medico di base impegnato in attività sindacale.

Soldi che venivano girati ai medici per garantire il pagamento dei sostituti durante le ore di attività sindacale. Ma dopo la decisione della Regione, la Fimmg Puglia va avanti e conferma lo sciopero: «Piuttosto che scrivere inutili lettere sulle modalità di protesta dei medici di famiglia tentando di impedire che tale protesta sia in atto — si legge in una nota della federazione — il presidente Vendola avrebbe fatto bene a convocare i rappresentanti sindacali per ascoltare le loro ragioni e comprendere i motivi della protesta».

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