Influenza stagionale, Pani (Aifa): vaccinarsi prima del picco di metà febbraio

E' boom epidemia: sfiorano ormai i due milioni gli italiani colpiti dall'influenza stagionale.

venerdì 23 gennaio 2015

Doctor 33

Le cifre sono rilevanti e si comincia a parlare di boom: sfiorano ormai i due milioni gli italiani colpiti dall'influenza stagionale. Precisamente, secondo l'ultimo aggiornamento dei medici sentinella di Influnet, sono stati 519 mila nella settimana dal 12 al 18 gennaio, portando il totale, dall'inizio della sorveglianza, a circa 1.911.000 casi; i più colpiti sono i bambini e il numero dei piccoli affetti dal virus influenzale è raddoppiato nell'ultima settimana arrivando a 22,95 casi per mille assistiti. In alcuni pronto soccorso la situazione è critica e in molti reparti ospedalieri mancano i posti letto; a Roma sono intervenute le strutture private accreditate, rendendo disponibili 400 posti letto.

Ma il picco è atteso a metà febbraio e dunque c'è ancora tempo per vaccinarsi; l'invito a farlo giunge da Luca Pani, direttore generale dell'Aifa: «non è troppo tardi ed è importante farlo». La vicenda del vaccino Fluad, prima sospettato di aver causato alcuni decessi e poi definitivamente assolto, ha influito negativamente sul numero di vaccinazioni, che quest'anno sono diminuite del 20-30%. Pani ha ricordato invece le complicanze gravi o letali che possono associarsi all'influenza, specie nelle persone fragili e a maggior rischio. In effetti, i casi gravi sono già diverse decine e solo in Veneto si sono segnalati 13 decessi dovuti a complicazioni dell'influenza. 

C'è chi sostiene che l'aumento dei casi gravi sia dovuto a una variante del virus A/H3N2 diversa da quella contenuta nel vaccino e i microbiologi dell'Amcli (Associazione microbiologi clinici italiani) invitano alla necessità di continuare il monitoraggio. «Certamente la situazione epidemica influenzale deve essere attentamente controllata, - afferma il presidente Amcli Pierangelo Clerici - senza per altro dimenticare che altri virus respiratori stanno circolando e alcuni dei quali danno infezioni decisamente severe soprattutto nei bambini. Mi riferisco in particolare al virus respiratorio sinciziale che, al momento, è quello che vediamo più di frequente nei materiali bronco-polmonari».

Renato Torlaschi