Rinnovo ACN: al via le prime azioni di protesta.

Segreteria nazionale; non recepito dalla parte pubblica il documento politico del 4 Marzo

martedì 14 aprile 2015


(Fonte FIMMG Roma)

Il documento, non solo non ha recepito l'Accordo del Tavolo politico del 4 marzo u.s., ma il testo risulta addirittura peggiorativo rispetto al precedente, ribadendo principi inaccettabili per la categoria, gli stessi che negli ultimi mesi hanno portato al blocco delle trattative. Si ipotizza la costruzione di un sistema farraginoso, burocratizzato, il cui prevedibile effetto sarà di minare un servizio, quello della medicina generale, che, nonostante tutto, si è dimostrato il più apprezzato dai cittadini nell'ambito del SSN. Pertanto partiranno le prime azioni di protesta in attesa della convocazione del 23 aprile in Sisac dove saranno richiesti chiarimenti

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 LA NOTA DELLA SEGRETERIA NAZIONALE FIMMG 11 APRILE 2015

La Segreteria Nazionale della Fimmg, riunitasi oggi a Roma per esaminare il nuovo Atto di indirizzo approvato lo scorso 8 aprile dal Comitato di Settore Salute della Conferenza delle Regioni, valuta che i contenuti siano pericolosi per l'assistenza, limitanti i diritti del cittadino e non rispettosi della dignità dei professionisti.

Il documento, non solo non ha recepito l'Accordo del Tavolo politico del 4 marzo u.s., ma il testo risulta addirittura peggiorativo rispetto al precedente, ribadendo principi inaccettabili per la categoria, gli stessi che negli ultimi mesi hanno portato al blocco delle trattative. Si ipotizza la costruzione di un sistema farraginoso, burocratizzato, il cui prevedibile effetto sarà di minare un servizio, quello della medicina generale, che, nonostante tutto, si è dimostrato il più apprezzato dai cittadini nell'ambito del SSN.

Tuttavia, la Segreteria Nazionale della Fimmg ritiene di dover esperire ogni possibile tentativo di chiarimento, per cui sarà presente al tavolo convocato da Sisac per il 23 aprile. Alla luce di quanto emergerà dall'incontro e valutata la bozza di articolato, che la parte pubblica dichiara di aver già pronta e che si richiede di presentare in occasione dell'incontro, Fimmg, nel caso non emerga un esplicito rispetto dei principi dell'Accordo del 4 marzo, si riserva di riprendere nello stesso mese di maggio l'iniziativa di sciopero momentaneamente sospesa.

La Segreteria Nazionale della Fimmg ritiene comunque essenziale informare i cittadini sui rischi per l'assistenza insiti nei comportamenti fin qui tenuti dalle Regioni, per cui dispone di avviare a partire dal 4 maggio una campagna sistematica formativa/informativa della popolazione che in un primo momento si fonderà sulle seguenti iniziative: presenza sul territorio di studi di medicina generale aperti il sabato e la domenica allo scopo di informare correttamente i cittadini sul futuro prospettato dalla Regioni per l'assistenza sanitaria di primo livello; richiesta di un appoggio alle iniziative della categoria a difesa del progetto assistenziale che verrà illustrato; messa a disposizione dei cittadini di strumenti di adesione informatica, mobilitazione sui social, gazebo sul territorio e materiale informativo.

La campagna di informazione si arricchirà con manifesti giganti che a partire dal 18 maggio Fimmg affiggerà nelle principali città per sottolineare il rischio della perdita del diritto di scegliere il proprio medico di fiducia e per ricordare che i sacrifici economici che oggi tutti siamo chiamati a fare sono anche conseguenza di inadeguate gestioni finanziarie di molti servizi sanitari regionali.

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LA LETTERA DEL SEGRETARIO NAZIONALE FIMMG:

IMPORTANTE COMUNICAZIONE DEL SEGRETARIO NAZIONALE SUL FUTURO DELLA MEDICINA GENERALE                                                                                        

Cari colleghi,

la decisione assunta dalla Segreteria nazionale sabato scorso, che vi allego, è molto importante ed è necessario che tutti gli iscritti, e magari anche i non iscritti alla Fimmg, la valutino attentamente per coglierne appieno il significato politico e le implicazioni operative che dovranno, anche se in fasi e con modalità diverse, coinvolgere ciascuno di voi.

Il nuovo atto di indirizzo approvato dal Comitato di settore non recepisce l'accordo firmato il 4 marzo e contiene la riaffermazione di alcuni principi che non possiamo assolutamente condividere e che non possono essere oggetto di mediazione, come testimoniato dallo stallo della trattativa di rinnovo convenzionale:

1)    Il medico di medicina generale, secondo le regioni, dovrebbe lavorare nel modo che decide l'ASL o il distretto, sia per quanto riguarda l'organizzazione del lavoro, sia per quanto riguarda l'attività assistenziale; ciò significa che il diritto di scelta degli assistiti, anche se fosse conservato formalmente, sarebbe completamente svuotato di significato; noi saremmo di fatto totalmente subordinati all'Azienda sanitaria, senza le garanzie dei dipendenti, avulsi dal rapporto di fiducia con l'assistito, che, orfano del rapporto personale col proprio medico, sarà indirizzato a rapportarsi con la struttura, di cui il MMG diverrà un consulente, attivato tramite triage gestito da figure della dipendenza sanitaria, e sarà ridotto a figura sempre più etero diretta e, di giorno in giorno, sempre più vicariabile.

2)    L'ACN dovrebbe diventare un lungo elenco di obblighi che i medici saranno tenuti a rispettare senza una simmetrica cogenza dei doveri della parte regionale e delle ASL, libere di perpetrare qualsiasi inadempienza in assenza della benchè minima previsione sanzionatoria. Quello che queste hanno fatto fino ad oggi, in un contesto analogo, sotto forma di continue spogliazioni professionali ed economiche delle norme convenzionali che avevano sottoscritto è sotto gli occhi di tutti i medici.  

3)    Per non perdere l'abitudine, in coerenza con quanto sopra, viene ribadita l'intenzione di recuperare dal nostro compenso quote relative a fattori di produzione e di utilizzarle, a discrezione delle regioni e delle Aziende sanitarie, nelle strutture da loro programmate e volute.

Questi temi sono il nodo centrale del confronto con le regioni.

Le regioni non sono compatte su queste posizioni, ma evidentemente è più forte la parte che insieme alla SISAC le persegue.

La presenza di queste affermazioni nell'atto di indirizzo non sarebbe di per sé ostativa se potessimo contare su una negoziazione correttamente intesa, ma ciò non è, come ha dimostrato ripetutamente il comportamento della SISAC.

In condizioni di fisiologici rapporti tra le parti contraenti non avrebbero grandissima importanza e non occorrerebbe formalizzarsi sui contenuti letterali degli atti di indirizzo, perché sono, appunto, indirizzi, che le regioni danno alla loro struttura tecnica, Sisac, per condurre le trattative, che poi necessariamente potranno avere una evoluzione diversa da quella indicata, altrimenti che si tratta a fare? E' tanto vero questo che se, alla fine di un percorso negoziale, si trova un accordo, questo è una proposta, che deve trovare l'approvazione della Conferenza Stato Regioni, non è la Convenzione!

Questo in condizioni fisiologiche, ma Sisac ha scientemente reso patologico il clima del confronto negoziale e lo ha pilotato all'impasse più completa.

A questo punto qualcuno, in apparenza anche comprensibilmente, potrebbe essere indotto a pensare che la panacea di tutti questi mali sia semplice: basta non rinnovare l'ACN e aspettare tempi migliori e persone più ragionevoli, ma questa conclusione è un grave errore. Rinunciare a perseguire il rinnovo convenzionale, sia pure momentaneamente solo sul piano normativo, corrisponde ad un suicidio della categoria, perché la maggior parte delle regioni ha già iniziato sul proprio territorio, al di fuori di ogni tutela negoziale, a colpi di disposizioni ultimative ed inadempienze contrattuali, a portare avanti la realizzazione di quanto emerge dall'atto d'indirizzo.

Solo un nuovo ACN può fermare questo processo, occorrono regole cogenti erga omnes, frutto di una negoziazione consapevole e nello stesso tempo innovativa. Fimmg non teme il confronto, si è lungamente preparata, le Regioni, tronfie ed arroganti territorialmente, latitano a livello nazionale, battibeccano e non trovano niente di meglio che venir meno alla parola data.

Qualcuno, ancora, potrebbe chiedersi perché, stante quanto sopra sintetizzato, la Segreteria nazionale ha deciso di rinviare lo sciopero e di presentarsi alla convocazione del 23 aprile.

Ci sono tre ragioni fondamentali collegate ad un'etica negoziale che non vogliamo abbandonare, nonostante le provocazioni della parte pubblica:

1) Abbiamo richiesto la convocazione del tavolo di trattativa entro il 13 aprile e ciò è avvenuto;

2) Il Ministero, nella persona del Sottosegretario Vito De Filippo, e il Presidente del Comitato di Settore Claudio Montaldo si sono attivati per la mediazione raggiunta il 4 marzo, "mettendoci anche la faccia", come si usa dire. Vogliamo sottolineare con le nostre scelte, improntate ad esperire ogni possibile momento di confronto, che quell'accordo è l'unico, ad oggi, cui diamo valore e di cui pretendiamo il rispetto.

3) Non vogliamo assumere atteggiamenti arroganti come quelli della SISAC e quindi intendiamo andare a verificare, in modo ostinatamente non preconcetto, quanto SISAC avrà da dirci, ma soprattutto quanto avrà scritto nell'articolato del nuovo ACN, che dice di avere pronto.

L'impegno assunto riguardava, però, solo lo sciopero del 12 maggio, che abbiamo coerentemente sospeso, non revocato. La situazione lascia, tuttavia, immaginare un confronto molto duro nelle prossime settimane, durante le quali dovremo essere pronti a mettere in campo e utilizzare le armi, in senso figurato naturalmente, più forti che abbiamo.

Per questo motivo è arrivato il momento di chiedere aiuto agli alleati più affidabili: i nostri assistiti, gli stessi che da decenni, in tutte le indagini demoscopiche, con percentuali oscillanti invariabilmente intorno all'ottanta per cento, hanno espresso fiducia e apprezzamento nella figura del loro medico.

La Segreteria nazionale ha deciso che, oltre allo sciopero, che sarà effettuato in caso di nuova rottura delle trattative, deve iniziare al più presto un'opera di informazione dei cittadini sulle conseguenze che deriveranno loro se le Regioni dovessero privarli dell'unica possibilità di scegliere rimasta in campo sanitario: quella di scegliere il proprio medico di famiglia.

A supporto e stimolo delle attività di comunicazione mediatica che attiveremo, durante il mese di maggio, a livello nazionale, regionale e provinciale attraverso conferenze stampa e comunicati, lanceremo in tutte le province, nello stesso mese, l'iniziativa "studi dei medici di famiglia aperti sabato e domenica". Non si tratta naturalmente di continuare a lavorare nel fine settimana, ma di una manifestazione per due week end, in cui alcuni studi - decisi provincialmente, dove si concentreranno, turnandosi più colleghi e possibilmente i loro dipendenti (è a rischio anche il loro posto di lavoro) - saranno aperti al pubblico per esporre cartelli, distribuire materiale informativo e favorire la consapevolezza dei convenuti sul rischio di estinzione della medicina di famiglia, intesa come approccio personale ai problemi di salute, sociali e più in generale esistenziali della persona. Sarà anche l'occasione per informare del fatto che potremmo essere costretti a scioperare a breve, forse nello stesso mese di maggio o a decidere, per protesta, di rispettare rigorosamente quanto previsto dall'attuale ACN, senza la flessibilità e il buon senso che contraddistingue l'attività di ciascuno di noi, proprio per far capire cosa potrebbe significare la perdita dell'approccio, oltre che professionale, umano fino ad oggi garantito dal proprio medico di famiglia. Prepareremo materiale divulgativo e iniziative web per la raccolta delle adesioni dei cittadini che, una volta sensibilizzati, volessero esprimerci il loro sostegno.

Sempre per sensibilizzare la popolazione dal 18 fino al 30 maggio esporremo nelle principali città italiane, in luoghi strategici, grandi manifesti con un messaggio dal forte significato sociale.

La morte della medicina generale fondata sul rapporto di fiducia, il nostro intruppamento nell'organico dell'Azienda sanitaria secondo logiche di stretta subordinazione e l'erogazione della medicina generale con regole organizzative di tipo ospedaliero, nonostante il loro documentato fallimento, non consentirebbe la sopravvivenza del SSN pubblico e favorirebbe un rapido subentro di lobby assicurativo previdenziali secondo logiche di profitto economico.

Spero di essere stato sufficientemente chiaro, ma se dubbi vi fossero rimasti potete chiarirli con i dirigenti FIMMG della vostra sezione a partire dal segretario provinciale, in queste ore impegnati in prima fila per la tutela degli interessi di tutti.

Riceverete altre comunicazioni; vi prego di seguire con attenzione l'attività del sindacato ed aderire alle iniziative che si succederanno.

A presto,
Giacomo Milillo : Segretario Generale Nazionale