Cheratosi attinica: istituita la Nota Aifa n. 95

La nota si applica a tre farmaci per uso topico impiegati nella patologia: Solaraze, Aldara, Picato

sabato 03 dicembre 2016


PHARMASTAR : La Gazzetta Ufficiale n. 281 dell'1 dicembre 2016 pubblica la Determina AIFA 25 novembre 2016: “Istituzione della Nota Aifa n. 95”, in vigore dal 2 dicembre 2016. La nuova Nota limita le condizioni di prescrizione a carico del SSN dei farmaci topici per la cheratosi attinica ai pazienti adulti immunocompetenti con lesioni multiple in numero = 6. Si applica ai seguenti farmaci, rimborsati in Classe A limitatamente a localizzazioni viso e/o cuoio capelluto: diclofenac 3% in ialuronato di sodio, imiquimod 3,75%, ingenolo mebutato; localizzazioni al tronco e/o alle estremita': diclofenac 3% in ialuronato di sodio, ingenolo mebutato gel.

La Gazzetta Ufficiale n. 281 dell’1 dicembre 2016 pubblica la Determina AIFA 25 novembre 2016: “Istituzione della Nota Aifa n. 95”, in vigore dal 2 dicembre 2016.

La nuova Nota limita le condizioni di prescrizione a carico del SSN dei farmaci topici per la cheratosi attinica ai pazienti adulti immunocompetenti con lesioni multiple in numero = 6.

Si applica ai seguenti farmaci, rimborsati in Classe A limitatamente a localizzazioni viso e/o cuoio capelluto: diclofenac 3% in ialuronato di sodio, imiquimod 3,75%, ingenolo mebutato; localizzazioni al tronco e/o alle estremita’: diclofenac 3% in ialuronato di sodio, ingenolo mebutato gel.

TESTO COMPLETO DELLA NOTA AIFA N. 95
Le cheratosi  attiniche  (AK)  si  presentano  clinicamente  come piccole macchie, papule o placche desquamanti ed eritematose in  aree di cute foto-danneggiata. 
Le lesioni possono essere uniche e ben definite  o  multiple.  Le aree foto esposte (viso, dorso  delle  mani,  tronco,  e  soprattutto cuoio  capelluto  dei  soggetti  calvi)  sono  le  piu'  interessate.

L'incidenza e' in aumento in  relazione  sia  all'allungamento  della vita sia alle  abitudini  che  portano  a  una  maggiore  esposizione solare. 

La diagnosi e' in genere clinica e raramente  viene  eseguito  un esame istologico. Gli  studi  sulla  prevalenza  riportano  dati  non omogenei con una variabilita' tra 1,4% e 59%, dovuta  in  parte  alle differenze relative alle  aree  geografiche  e  alle  popolazioni  in studio, e in parte alle differenti  modalita'  di  valutazione  e  di conta delle  lesioni.  Le  AK  sono  considerate  forme  iniziali  di carcinomi squamo-cellulari  (SCC),  espressione  di  un  processo  di carcinogenesi in piu' fasi. 

Le lesioni se non trattate possono rimanere stabili per un  certo periodo, e in una percentuale che varia dallo 0,5% al 20%  progredire verso un SCC, o, in casi sporadici, regredire. 
Non esistono criteri certi  che  consentano  di  identificare  le lesioni che avranno maggiore probabilita' di progredire verso un SCC. 
Nei  soggetti  con  lesioni  multiple  l'incidenza  di   SCC   e' significativamente aumentata (da otto a undici volte  piu'  frequente nei soggetti  con  piu'  di dieci  lesioni).  L'esame  istologico  di lesioni  clinicamente  diagnosticate  come  cheratosi  attinica  puo' evidenziare un SCC in circa il 10-15% dei casi. Sebbene il rischio di evoluzione verso un SCC sia  relativamente  basso  per  ogni  singola manifestazione di AK, gli studi istologici dimostrano che  il  60-80%dei SCC origina da una AK.  Di  conseguenza  il  trattamento  precoce della cheratosi attinica e' considerato importante dalla  letteratura dermatologica. 

Le lesioni derivano dall'accumulo  dei  danni  indotti  dagli  UV (infiammazione,  alterazioni   del   ciclo   cellulare,   mutagenesi,alterazioni della capacita' di riparo  del  DNA,  immuno-soppressione locale) e insorgono su aree foto-danneggiate, concetto definito  come «campo di cancerizzazione» (field cancerization), cioe' di un'area di epidermide caratterizzata dalla presenza di lesioni pre  neoplastiche dovute a unita' clonali di cellule con alterazioni  geniche,  indotte dall'esposizione a carcinogeni. 

La definizione del  campo  di  cancerizzazione  ha  stimolato  lo sviluppo di terapie mediche per  la  cheratosi  attinica  basate  sul trattamento sia delle aree lesionali sia  di  quelle  peri  lesionali apparentemente sane, con l'obbiettivo di eliminare la  lesione  e  di arrestare la progressione del processo di cancerizzazione e prevenire possibili recidive. 

Trattamenti disponibili.

«Diclofenac» 3% in ialuronato di sodio. 
(Applicazione: due  volte  al  giorno  per  60-90  giorni)  -  Il «Diclofenac» e' un inibitore non specifico della  ciclo-ossigenasi  2 (COX2). L'over-espressione  della  COX2,  riscontrata  nei  carcinomi cutanei, e' indice della reazione infiammatoria indotta dalla cronica esposizione agli UV e porta alla generazione di metaboliti dell'acido arachidonico capaci di alterare il ciclo cellulare . 
Una  metanalisi  di  tre  studi  verso  placebo  mostra  che   la risoluzione completa delle lesioni si osserva in  circa  il  40%  dei casi, esattamente nel 30% dei pazienti trattati per tre  mesi  e  nel 40% dei trattati per sei mesi in un'analisi per protocol. I risultati positivi raddoppiano se si considerano anche  le  risposte  parziali.
Non sono riportate differenze nella risposta  in  relazione  all'area trattata. Gli studi comparativi presenti in letteratura sono condotti versus terapia fotodinamica (MAL PDT) e 5% 5-FU. In ambedue gli studi
il  Diclofenac/HA  e'  risultato  meno  efficace  anche   se   meglio tollerato. 

Eventi avversi. 
    La tollerabilita' e' buona anche dopo trattamento di aree ampie e gli effetti collaterali sono lievi  e  principalmente  legati  a  una modica irritazione nel sito di applicazione. Sono descritti rari casi
di dermatiti da contatto o di fotodermatiti.  L'uso  dovrebbe  essere escluso in pazienti con sensibilita'  ai  FANS  ed  effettuato  sotto costante  sorveglianza  nei  pazienti  con  storia  di  sanguinamento gastrointestinale. 

«Imiquimod» 3,75%. 
 (Applicazione: giornaliera per  due  settimane,  seguite  da  due settimane di sospensione  e  poi  da  altre  due  di  trattamento)  -L'«Imiquimod» e' un attivatore dei Toll Like Receptor 7 e 8 (TLR-7  e
TLR-8)   presenti   sulle   cellule   presentanti   l'antigene,   sui cheratinociti, sui macrofagi e sui monociti. La stimolazione dei  TLR porta alla  produzione  di  citochine  infiammatorie,  tra  le  quali l'interferon  y  che  stimolano  l'immunita'  innata  inducendo   una attivita' antitumorale. La molecola inoltre e' in grado di inibire la neo-angiogenesi e di indurre l'apoptosi di cellule tumorali. 
I due studi registrativi, con analogo disegno,  condotti  su  479 pazienti immunocompetenti con cheratosi  attinica  del  volto  o  del cuoio capelluto calvo in cui «Imiquimod» al 3,75% si  e'  confrontato
con placebo hanno dimostrato, dopo otto  settimane  dal  termine  del trattamento, la risoluzione completa di tutte le  lesioni  nel  35,6% dei pazienti. Se si considera come efficacia anche la risoluzione  di
lesioni che si rendano evidenti  durante  il  trattamento  (Lmax)  il numero assoluto di lesioni completamente risolte  nell'area  trattata aumenta in modo rilevante. 

Eventi avversi. 
E'  possibile  la  comparsa  di  reazioni  infiammatorie  la  cui intensita' e' dipendente dalla reattivita' del soggetto  e  dall'area trattata. Le reazioni indotte da «Imiquimod» al 3,75%, sono di minore
entita' rispetto a quelle causate da«Imiquimod» al  5%.  Gli  effetti collaterali sistemici,  quali  la  sintomatologia  influenzale,  sono molto rari. 

«Ingenolo mebutato». 
(Applicazione: la confezione, a seconda della  sede  di  utilizzo presenta una diversa concentrazione - viso  e  cuoio  capelluto:  150 mcg/g, tronco ed estremita': 500 mcg/g . Il contenuto di ogni tubo e'
sufficiente per una superficie massima di 25 cm²; la somministrazione e' di tre giorni sul viso e cuoio capelluto e due giorni sul tronco e sulle estremita'). - L'«Ingenolo mebutato» e' un macrolide  diterpene
estratto dal lattice della Euphorbia Peplus. Il meccanismo di  azione e' basato su una citotossicita'  diretta,  seguita  da  una  reazione infiammatoria  con  infiltrato   di   neutrofili   che   contribuisce all'eliminazione   di   cellule   neoplastiche   residue.   L'effetto citotossico  e'  causato  dalla  necrosi  delle   cellule   per   una alterazione delle membrana cellulare e allo swelling mitocondriale. 

Nei quattro studi registrativi (pubblicati in un unico  articolo) sono stati complessivamente studiati  547  pazienti  con  lesioni  al volto o al capo e 458 con lesioni al tronco o agli arti, trattati con

«Ingenolo mebutato» rispettivamente alla concentrazione dello  0,015% e dello 0,05% o con placebo. Due mesi dopo la  fine  del  trattamento una risoluzione completa si e' osservata nel 42%  delle  lesioni  del
viso e cuoio capelluto e nel 34% delle lesioni delle estremita' e del tronco; tale risultato permaneva in circa  il  90%  delle  lesioni  a distanza di un anno.  Un  ulteriore  studio  riporta  la  risoluzione completa a otto settimane del 61% delle lesioni e a un anno, dopo  il ritrattamento delle lesioni residue, una risoluzione complessiva  del 50%. 

Uno studio recentemente pubblicato ha confrontato  due  strategie di applicazione del farmaco, trattamento contemporaneo o sequenziale, in  199  pazienti  con  lesioni  di  cheratosi  attinica   (AK)   non
ipercheratosiche  su  due  aree  separate  (volto/cuoio  capelluto  e tronco/estremita') ciascuna con una superficie di 25  cm².  Non  sono emerse  differenze  statisticamente  significative  in   termini   di
tollerabilita'   tra   trattamento    simultaneo    e    sequenziale: rispettivamente 11,8 e 10,6 punti sulla scala LRS per il  trattamento di  viso/cuoio  capelluto  e  9,1   e   8,8   per   le   lesioni   di
tronco/estremita'.  Anche   l'efficacia   e'   risultata   pressoche' sovrapponibile: la percentuale di pazienti in cui si e'  ottenuta  la guarigione completa delle lesioni alla settimana 8 e' stata del 52,7%
nei gruppo col trattamento simultaneo e del 46,9% con il  trattamento sequenziale. 

Eventi avversi. 
Il piu' comune evento avverso  e'  la  comparsa  di  un  notevole eritema con desquamazione che puo' evolvere  in  vescicole,  bolle  e pustole con erosioni, ulcerazioni  e  croste.  I  sintomi  scompaiono
generalmente senza bisogno di  terapia  specifica  in  2-4  settimane senza lasciare esiti  cicatriziali.  L'uso  clinico  ha  recentemente portato EMA alla modifica della scheda tecnica con l'aggiunta di  due
eventi avversi classificati come rari e cioe':  la  comparsa  di  una alterata pigmentazione della cute (ipo o iperpigmentazione) che  puo' permanere anche a un anno e la comparsa  di  angioedema.  Si  segnala
inoltre il rischio di congiuntivite e ustioni corneali in seguito  al contatto accidentale di ingenolo mebutato con gli occhi. 
Raccomandazioni delle principali linee guida. 

Le  linee  guida  dell'International  League  of   Dermatological Societies e dell'European Dermatological Forum nell'aggiornamento del 2015  ribadiscono  la  necessita'  del  trattamento  delle  cheratosi attiniche per la prevenzione delle insorgenza del SCC e  identificano in almeno sei il  numero  di  lesioni  per  le  quali  e'  fortemente raccomandato il trattamento  farmacologico,  mentre,  per  un  numero inferiore di lesioni, il trattamento di scelta e' la crioterapia.  Le linee guida non esplicitano alcun criterio di scelta fra un farmaco e
l'altro. 
Per quanto riguarda i singoli trattamenti  farmacologici  topici, poiche' tutti questi farmaci hanno dimostrato la  loro  efficacia  in studi di confronto vs placebo e solo molto marginalmente in confronti diretti, la individuazione del loro posto in terapia rimane incerta.