Lavoro: Boom di assenze per malattia la Puglia arriva quarta in Italia

Dipendenti pugliesi 20 giorni a letto. Anelli: " è un trend storico, non significa "certificati facili"

domenica 05 ottobre 2014

La Repubblica Bari

Quarta in Italia, preceduta soltanto da Calabria, Sicilia e Campania. Si posiziona così, secondo i dati del 2012, la Puglia rispetto al numero medio dei giorni di malattia dei lavoratori dipendente di 18,8 giornate di assenza per malattia l'anno, in effetti, con una differenza fra privato, dove l'incidenza è di 20,1 giornate, contro le 16,5 dei dipendenti pubblici. Un dato che, secondo il parere di medici e sindacati, è riconducibile anche all'industria pesante presente in Puglia e al suo impatto in primo luogo sulla salute dei lavoratori.

A PAGINA IV La ricerca Assenti per malattia boom di certificati "Dipendenti pugliesi venti giorni a letto" La Cgil contro la Confindustria jonica "In molte aziende non ce ambiente ideale" ANTONIO DI GIACOMO: I lavoratori dipendenti pugliesi sono tra i più cagionevoli di salute d'Italia. A dirlo sono i risultati di una ricerca effettuata dall'ufficio studi della Cgia di Mestre a fronte dei dati del 2012, gli ultimi disponibili, messi a disposizione dall'Osservatorio sulla certificazione di malattia dei lavoratori dipendenti privati e pubblici dell'Inps.

Se il trend nazionale è quello di un 30 per cento dei certificati medici presentati il lunedì, la Puglia, più in generale, è la quarta regione d'Italia per giorni medi di malattia all'anno con 18,8 giornate. Un dato che muta sensibilmente fra il privato, qui la media annua è di 20,1, e il pubblico, dove si scende a 16,5 giorni.

Dati che non sorprendono Filippo Anelli, presidente dell'Ordine dei medici di Bari e segretario regionale della Federazione italiana medici di medicina generale per la Puglia: «Premesso che servirebbero più dati per un ragionamento esaustivo, la nostra regione in genere si è sempre collocata in una fascia alta di astensione dal lavoro per malattia. È un trend storico ed è sempre stato legato alla situazione sociale, soprattutto rispetto alle malattie professionali legate al mondo dell'agricoltura e dell'industria».

Quella dei certificati facili, invece, è un'ipotesi che Anelli respinge del tutto, visto che «le sanzioni previste dalla legge Brunetta per le certificazioni mediche false sono piuttosto pesanti, fino all'arresto e al licenziamento del medico certificatore ».

A sentire poi Gianni Forte, segretario regionale della Cgil, «non possiamo dimenticare di avere un'industria pesante inPuglia, dove l'impatto rispetto alle condizioni di salute dei lavoratori e non solo è veramente forte. Abbiamo aziende che non garantiscono un ambiente ideale, non solo a Taranto ma anche a Brindisi.

Col paradosso che, proprio a Taranto, la gran parte dei lavoratori entrati all'Uva con la formazione lavoro per acquisire il diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro si sono visti costretti ad accettare condizioni disumane. Con un solo giorno di malattia, sciopero o infortunio avrebbero perso questo diritto. Non è successo quarant'anni fa, ma fino al 2003-2004».

Riferendosi infine alle polemiche di Confidustria Taranto che ha denunciato l'altro ieri un'impennata di malattie fra i dipendenti dell'Uva, Forte respinge ogni accusa al mittente: «Non si possono criminalizzare i lavoratori che si ritrovano costretti a vedere pregiudicata la propria salute e a fare ricorso alla malattia. Sparare nel mucchio non serve a nessuno: le aziende hanno sempre a disposizione gli strumenti per controllare la veridicità della malattia dei propri dipendenti, che li usino a questo punto».