Le attese infinite dei malati cronici verso liste ad hoc

I progetti della Regione dopo il racconto della nostra cronista "I medici di base faranno le prenotazioni"

sabato 09 dicembre 2017

La Repubblica Bari

ANTONELLO CASSANO Una vera emergenza sanitaria. Il caso denunciato da un articolo di Repubblica, con la testimonianza di una cronista alle prese con enormi difficoltà per prenotare periodicamente una risonanza magnetica, solleva il velo su uno dei problemi più grandi e più sottovalutati di tutta la sanità pugliese, vale a dire la presa in carico dei pazienti cronici. Una partita che riguarda quasi la metà della popolazione pugliese e che in termini economici costa alle casse regionali qualcosa come 3,1 miliardi di euro all'anno. Numeri impressionanti confermati da uno studio dell'Aress, l'agenzia regionale sanitaria. Secondo questo studio, su dati Istat, la Puglia è terza in Italia (dopo Sardegna e Calabria) per numero di abitanti con tre o più cronicità gravi e seconda (dopo la Sardegna) per numero di abitanti con una cronicità grave.

Una situazione peggiorata negli ultimi anni, visto che dal 2005 al 2013 il tasso di pugliesi con almeno una malattia cronica grave è cresciuto del 16 per cento, il doppio del tasso (+8 per cento) registrato in tutto il Meridione. Non è un caso se, a proposito di malattie croniche, l'Aress non esiti a definirla una «questione meridionale», anche perché il fenomeno è molto più sviluppato al Sud. Ma quali e quante sono le malattie croniche? «Difficile stabilire con certezza il loro numero esatto - dice Giovanni Gorgoni, commissario straordinario dell'Aress - di sicuro parliamo di più di 100 patologie, comprese alcune forme di cancro». Le principali, però, sono quattro: ipertensione, diabete, scompenso cardiaco e Bpco (bronco-pneumopatia cronica ostruttiva). Stando ai numeri forniti dalla Banca dati assistiti pugliese, nella nostra regione i malati cronici sono 1 milione 723mila, vale a dire il 39 per cento (ma in Italia la media è del 30 per cento) di tutti i cittadini assistibili. «Questi ultimi - precisa Gorgoni - ammontano a 4 milioni 386mila e non corrispondono a tutti i residenti in Puglia che sono poco più di 4 milioni».

Ancora più impressionante è la cifra spesa dal sistema sanitario regionale. Nel 2016 per coprire le voci di spesa farmaceutica, specialistica ambulatoriale e assistenza ospedaliera la Puglia ha messo sul tavolo 3 miliardi 646 milioni di euro. Di questi, ben 3,1 miliardi di euro, pari all'86 per cento di tutte le risorse del servizio sanitario regionale, sono stati spesi dai pazienti cronici. Anche in questo caso la differenza con la media nazionale (dove si spende il 70 per cento sui cronici) è netta. Con questi numeri si capisce anche perché i pazienti cronici finiscano nel calderone delle liste d'attesa, dove i tempi per effettuare alcune prestazioni (come le risonanze magnetiche) si calcolano in anni. «Il caso segnalato dalla vostra cronista è esemplare - dice ancora Gorgoni - perché dimostra ancora una volta quanto sia necessario creare una lista dedicata esclusivamente ai pazienti cronici».

Ora proprio quello della lista dedicata è uno dei punti chiave del progetto cui sta lavorando la Regio- ne per affrontare l'enorme problema delle malattie croniche. Un progetto che si chiamerà "Care Puglia 3.0" e che dovrebbe entrare in vigore dal 2018. Basato su iniziative simili intraprese anche da altre Regioni come Toscana e Lombardia, ma con alle spalle già due sperimentazioni in Puglia (il progetto Leonardo nell'Asl di Lecce nel 2009 e il progetto Nardino nell'Asl Bat nel 2012) il "Care Puglia" è fondato su una collaborazione con i medici di medicina generale: «Il progetto - dice Gorgoni - si fonda su tre cardini: l'adesione volontaria dei medici della Fimmg che però devono riunirsi in forme aggregate, la presenza di un collaboratore e di un infermiere "care manager" in ogni gruppo di medici e, terzo cardine, l'uso massiccio della telemedicina per effettuare prestazioni.

L'obiettivo è eliminare la logica delle liste d'attesa, creando delle liste dedicate». Il sistema funziona così: quando il paziente va dal medico per la visita periodica, c'è il collaboratore che si occupa di prenotare visite ed esami e il care manager che ha il compito di monitorare i vari controlli del paziente. Il commissario straordinario dell'Aress però giura che non si tratta di un libro dei sogni, ma di un progetto pronto a essere messo in pratica. «Stanzieremo fino a 3 milioni di euro. Tutti i medici con questi requisiti, in Puglia sono 722, possono partecipare. Inizialmente 0 piano riguarderà le quattro cronicità principali e si potranno prendere in carico 175mila pazienti. In questo modo puntiamo ad avere un risparmio del 21 per cento sui costi ospedalieri e del 27 per cento su quelli farmaceutici».