Truffa disoccupazione, maternità e malattia: al via i controlli Inps

Giro di vite sui finti contratti di lavoro conclusi per ottenere prestazioni a sostegno del reddito: severi accertamenti dell’Inps con l’operazione Frozen.

sabato 03 giugno 2017

La Legge per Tutti

Parte l’operazione Frozen dell’Inps contro i “furbetti” dei finti contratti di lavoro, conclusi per ottenere la disoccupazione o indennità di malattia, maternità e assegni familiari. Il nome Frozen non inganni: l’operazione ha poco a che fare col cartone animato disneyano o con i ghiacci in generale, ma sta a significare che le posizioni sospette saranno automaticamente congelate dall’Inps per essere sottoposte a severissimi accertamenti. Accertamenti che potranno portare anche all’arresto, in quanto i comportamenti che si celano dietro alla stipula di un finto contratto di lavoro concretizzano quasi sempre una truffa all’erario.

Guerra aperta, dunque, alla simulazione dei rapporti di lavoro e all’evasione e all’elusione dei contributi.

Ma come funziona il nuovo piano operativo dell’Inps e che cosa rischia chi si fa assumere da un amico o da un parente per ottenere la disoccupazione o altre indennità? L’Inps lo spiega approfonditamente in una nuova circolare, appena pubblicata

Finti rapporti di lavoro: i vantaggi

Chi non è “addetto ai lavori” si potrebbe chiedere, innanzitutto, quale vantaggio può offrire una finta assunzione, dato che comporta, per il datore di lavoro, il pagamento di contributi previdenziali e assistenziali e premi assicurativi.

Il vantaggio, ovviamente, emerge quando il rapporto è totalmente fittizio: il datore di lavoro, difatti, deduce dal reddito spese per lavoro dipendente che non ha mai sostenuto, in quanto non deve pagare lo stipendio.

Per di più, in molti casi, quando cioè il rapporto è finalizzato a far ottenere prestazioni al dipendente, come la disoccupazione, il datore di lavoro non versa nemmeno i contributi, che vengono comunque accreditati al lavoratore grazie alla denuncia contributiva (Uniemens) presentata mensilmente.

Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, difatti, vige il principio di automaticità delle prestazioni: in pratica, il lavoratore ha diritto comunque alle prestazioni previdenziali e assistenziali a sua tutela, per il solo fatto di svolgere attività lavorativa subordinata, anche se il datore non ha pagato i contributi.

Ecco che, allora, un principio fondamentale del nostro ordinamento si presta ad abusi, nel momento in cui viene attivato un contratto finto, per il quale non si versano né stipendio né contributi, al solo fine di ottenere una prestazione non spettante.

Ma gli abusi non si limitano ai finti contratti, né sono ad esclusivo vantaggio dei lavoratori: pensiamo ai casi in cui il datore di lavoro dichiara di versare al dipendente gli assegni familiari, che invece tiene per sé compensandoli coi contributi dovuti, o ai casi in cui obbliga il dipendente a dichiararsi malato ma lo fa continuare a lavorare, al solo scopo di compensare l’indennità di malattia con la contribuzione.

O, ancora, pensiamo alle agevolazioni contributive non spettanti e fruite dichiarando il falso. Gli abusi che possono verificarsi nell’ambito di un contratto di lavoro sono dunque molto numerosi, e costituiscono un grave danno per la collettività, aggravando il deficit del sistema previdenziale: ecco il perché della “guerra” intrapresa dall’Inps contro questi illeciti, vere e proprie truffe.
 
Finti rapporti di lavoro: come funziona il cervellone dell’Inps

Grazie ad un complesso “cervellone informatico” che effettua l’analisi statistica dei dati delle dichiarazioni contributive mensili, l’Inps “congela” automaticamente le posizioni considerate a rischio. In particolare, si troveranno sotto la lente d’ingrandimento le denunce contributive dalle quali scaturisce l’indebita fruizione di:

prestazioni a sostegno del reddito sulla base di rapporti di lavoro simulato;
conguagli per prestazioni inesistenti (malattia, maternità, assegni al nucleo familiare, ecc.);
incentivi all’occupazione di natura economica e contributiva;
conguagli per erogazione del Tfr per conto del Fondo di tesoreria.
Il sistema Frozen impedisce, poi, che alla posizione contributiva del lavoratore sospetto siano aggiunti i contributi relativi alla dichiarazione congelata, che consentirebbero di fruire delle prestazioni. Sottopone, infine, a severi accertamenti il rapporto lavorativo, avvalendosi della collaborazione del datore di lavoro o degli amministratori dell’azienda.

Finti rapporti di lavoro: le conseguenze

Nel caso in cui siano accertate delle gravi irregolarità nel rapporto di lavoro, volte a far fruire indebitamente delle prestazioni al sostegno del reddito, l’Inps provvede ad annullare i rapporti assicurativi contenuti nella denuncia contributiva. In questi casi, le sedi territoriali Inps devono comunicare l’esito degli accertamenti al datore di lavoro ed ai lavoratori, effettuando, eventualmente, l’informativa alla competente autorità giudiziaria.
 
Se l’esito dei controlli condotti in via amministrativa non determina risultati concludenti, l’Inps deve attivare le procedure per l’avvio dei necessari accertamenti di natura ispettiva. In questo caso la denuncia contributiva UniEmens resta bloccata in attesa della conclusione dell’accertamento ispettivo.